Gela (Cl): scoperto e denunciato un uccellatore

Le guardie del WWF hanno scoperto e denunciato un uccellatore di Gela, nel nisseno, che aveva catturato dei cardellini con reti e richiami vietati.  Sequestrato anche un cardellino legato per la zampetta e usato come “zimbello”vivo.

L’uomo G.T., 47 anni, utilizzando una coppia di reti di quasi due metri di lunghezza, aveva approntato un impianto mobile di uccellagione destinato alla cattura di cardellini, specie selvatica particolarmente protetta e ricercata per il variopinto piumaggio e il melodioso canto.

L’uomo si era appostato presso un torrente, realizzando un nascondiglio di frasche e ramaglie sotto un ulivo e aveva sistemato la rete in modo tale da catturare i piccoli uccelli canori che si fossero avvicinati.

Avendolo notato, le guardie del WWF si erano appostate nelle vicinanze, appurando anche che il bracconiere utilizzava un “richiamo vivo” per attirare i volatili. Un cardellino rinchiuso in una minuscola gabbietta appesa ad un alberello che con i suoi versi richiamava altri con specifici. Inoltre, il bracconiera aveva collocato in prossimità delle reti un altro cardellino usato come “zimbello” vivo con una zampetta legata ad uno spago ad un trespolo di legno che veniva fatto oscillare tirando una cordicella, in modo da costringere l’uccellino a svolazzare continuamente, per non perdere l’equilibrio, senza però riuscire mai a liberarsi.

Si tratta di una odiosa e crudele pratica molto usata nelle tese di caccia e uccellagione, in cui i malcapitati uccelli, con i loro svolazzi e continui movimenti, servono a indurre quelli liberi a calare negli appostamenti, attratti da tali frenetici voli. Quando è stato recuperato dalle guardie WWF, il cardellino era stremato ed esausto per il continuo dibattersi delle ali.

Le guardia giurate hanno contattato il reparto territoriale dei carabinieri di Gela per richiederne il supporto. Sul posto è intervenuta una pattuglia del nucleo operativo e radiomobile e si è provveduto a fermare il bracconiere per identificarlo. L’uomo è stato poi denunciato per esercizio dell’uccellagione, detenzione di specie particolarmente protette, uso di richiami vietati e maltrattamenti di animali.

“Nel nisseno, come nel resto della Sicilia, quelli dell’uccellagione e del traffico di cardellini e altri fringillidi sono fenomeni di palese illegalità duri a morire – denuncia Ennio Bonfanti, coordinatore del nucleo provinciale vigilanza WWF – tuttora dalle nostre parti vi sono purtroppo numerosi soggetti che, con reti e trappole, si dedicano praticamente tutto l’anno ed ogni giorno a catturare i piccoli uccelli canori. Gli uccelli sottratti alla vita selvatica sono poi venduti in maniera clandestina agli “amatori” ed allevatori che sono disposti a pagare anche centinaia di euro per un buon esemplare di cardellino del canto melodioso.

Un traffico che si autoalimenta costantemente per cui non è raro vedere in piena città decine di gabbiette appese ai balconi in cui sono detenuti cardellini ed altri volatili selvatici. Le guardie del WWF – prosegue Bonfanti – si sono specializzate nella lotta a questo fenomeno di bracconaggio “autoctono” in collaborazione con carabinieri e polizia”.

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