Barcellona Pozzo di Gotto (Me): operazione antimafia Gotha, capitolo V

Alle prime luci di questa mattina nel territorio tra Barcellona Pozzo di Gotto e Mazzarrà Sant’Andrea, nel messinese, i carabinieri del comando provinciale hanno arrestato 22 persone coinvolte nell’operazione antimafia denominata Gotha V.

Si tratta del quinto capitolo di un’articolata operazione antimafia condotta negli ultimi 4 anni dai carabinieri. Oggi sono finite agli arresti altre 22 persone. Si tratta di: Alessio Alesci, milazzese di 24 anni, residente a Barcellona Pozzo di Gotto; Angelo Bucolo, barcellonese 36 anni, residente a Mazzarrà Sant’Andrea; Giuseppe Cammisa, 35enne di Mazzarrà Sant’Andrea; Marco Chiofalo, 22 anni; Bartolo D’Amico, 25 anni di Barcellona Pozzo di Gotto; Miloud Essaoula, marocchino di 26 anni, residente a Mazzarrà Sant’Andrea; Antonino Genovese, barcellonese di 33 anni; Salvatore Italiano, 49enne di Mazzarrà Sant’Andrea; Giuseppe Ofria, barcellonese 21enne; Mario Pantè, ragusano del 1970, residente a Mazzarrà Sant’Andrea; Giovanni Pino, 32enne di Mazzarrà Sant’Andrea; Giuseppe Reale, 28enne di Mazzarrà Sant’Andrea; Orazio Salvo, mazzarrese di 30 anni, Sebastiano Torre, 38enne di Mazzarrà Sant’Andrea; Maurizio Trifirò, 35enne di Rodì Milici residente a Terme Vigliatore. Destinatari dei provvedimenti anche altre sette persone che si trovano attualmente in carcere. si tratta di: Antonino Calderone, barcellonese 40enne; Tindaro Calabrese, 42enne di Novara di Sicilia; Salvatore Calcò Labbruzzo, oricense del 1952 residente a Tripi; Agostino Campisi, 54enne di Terme Vigliatore; Carmelo Crisafulli, 25enne di Mazzarrà Sant’Andrea; Filippo Munafò, 30enne di Furnari e Maurizio Trifirò 35enne di Terme Vigliatore.

I ventidue arrestati dovranno rispondere di associazione mafiosa, estorsioni, rapine, porto abusivo di armi ed altri reati contro la persona e il patrimonio. Indagate altre cinque persone che sono state denunciate in stato di libertà per gli stessi reati.

I provvedimenti giungono al termine di una complessa indagine avviata nel 2013 sul sodalizio mafioso riconducibile al clan mafioso dei barcellonesi che opera sul versante tirrenico della provincia di Messina e sulla storica diramazione del clan dei mazzarroti.

L’operazione odierna si pone in continuità con le altre operazione Gotha condotte in questi anni e che hanno già colpito i sodalizi criminali. Una svolta alle indagini è stata data dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Salvatore Artino, figlio di Ignazio, già esponente di primo piano e rappresentante dei mazzarroti, ucciso in un agguato di mafia il 12 aprile del 2011 che ha avviato la sua collaborazione con la giustizia dopo essere stato arrestato nel luglio del 2013 nell’operazione Gotha IV.

Nel corso degli anni, nonostante l’arresto di uomini di spicco delle associazioni mafiose, venivano rimpiazzati. Individuati i responsabili di diverse estorsioni, nonché gli esecutori materiali di alcuni fatti di sangue del recente passato, come la rapina ai danni di un supermercato di Campogrande di Tripi verificatasi nel dicembre 2012, conclusasi tragicamente con la gambizzazione di un cliente che aveva opposto resistenza.

Oltre allo spaccio di droga, il gruppo ha sviluppato il proprio controllo del territorio soprattutto attraverso le estorsioni, in particolare nei confronti dei locali notturni e delle discoteche di Milazzo. Sistematicamente ottenevano l’accesso ai locali e le consumazioni all’interno in modo gratuito, con modalità violente e prevaricatrici ed abbiamo imposto l’assunzione di alcuni componenti del sodalizio quali responsabili della sicurezza, secondo il più classico dei paradigmi mafiosi. Le modalità violente delle estorsioni contestate hanno delineato le capacità criminali del gruppo, come nel caso della scomparsa di una partita di droga che era stata consegnata a un minore incensurato per detenerla nella sua abitazione. Alcuni componenti del sodalizio, dopo aver fatto irruzione nell’abitazione del ragazzo e averla perquisita, non hanno esitato a picchiarlo violentemente, anche alla presenza della madre e a sottrargli un ciclomotore a titolo estorsivo.

Svelato anche il nuovo assetto operativo dell’agguerrita frangia dei Mazzarroti, un tempo retta dall’odierno collaboratore Carmelo Bisognano e poi da Tindaro Calabrese attualmente detenuto in regime di carcere duro, nonché i rapporti di stretta alleanza con Cosa nostra barcellonese.

In particolare, gli elementi acquisiti soprattutto attraverso le attività di intercettazione, hanno consentito di accertare l’attuale impegno della cosca dei mazzarroti per garantire continuità all’azione del gruppo nel settore delle estorsioni alle quali sono state sottoposte, da parte di Sebastiano Torre, Giuseppe Cammisa e Orazio Salvo, diverse attività imprenditoriali e commerciali del comprensorio, vittime del forte potere intimidatorio degli affiliati.  

Nell’operazione Gotha V è stato arrestato anche Angelo Bucolo, fratello dell’attuale sindaco di Mazzarrà Sant’Andrea che è estraneo ai fatti contestati al familiare. Bucolo viene indicato come uno dei componenti storici del gruppo mafioso dei mazzarroti, impegnato nella riscossione dei proventi estorsivi che provvedeva a consegnare ad esponenti di Cosa nostra barcellonese, partecipando ad attentati in danno di imprenditori nonché promuovendo atti intimidatori incendiari per pagare il pizzo, contro i responsabili della discarica di Mazzarà Sant’Andrea presso cui Bucolo, insieme a Giuseppe Reale e Giovani Pino lavorava.

Dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia è emerso che Angelo Bucolo, che si era anche occupato di custodire ed occultare alcune armi per conto di Giuseppe Reale (utilizzate per commettere attentati), sarebbe stato contattato senza esito, da altri sodali per convincere il fratello sindaco ad intervenire nei confronti della Tirreno ambiente, società che gestisce la discarica di Mazzarrà Sant’Andrea perché riprendesse a pagare le somme richieste a titolo estorsivo.

Inoltre, la cosca dei mazzarroti aveva incontri con i rappresenti della mafia catanese per la reciproca messa a posto di imprese operanti nelle due province nell’ambito di quello che il gip definisce un sistema di estorsioni incrociate.

Sempre nell’operazione Gotha sono indagate quattro persone per scambio elettorale politico-mafioso contestato in merito alle amministrative del 2007 al comune di Mazzarrà Sant’Andrea, in ragione degli esiti delle attività del Ros, con le operazioni Vivaio e Torrente e grazie alle dichiarazioni dei collaboratori Carmelo Bisognano, Santo Gullo e Salvatore ARtino.

Maria Chiara Ferraù

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