San Piero Patti (Me): il dialetto gallo-italico sampietrino diventa bene da tutelare

Il dialetto gallo-italico parlato a San Piero Patti, nel messinese, diventa un bene immateriale da tutelare. È stata infatti approvata l’iscrizione nel REIS che ha riconosciuto il dialetto un bene da tutelare. Lo comunica la stessa amministrazione comunale sampietrina, guidata dal sindaco Cinzia Marchello.

Nei giorni scorsi Marchello ha ricevuto dall’assessorato regionale dei beni culturali e dal centro regionale per l’inventario, la comunicazione ufficiale dell’avvenuta iscrizione del dialetto del comune nebroideo nella sezione dialetti, parlate e gerghi del registro delle eredità immateriali della Sicilia.

Questo riconoscimento arriva dopo un’istruttoria durata un anno e che ha visto il pronunciamento degli esperti della commissione regionale che si occupa di vagliare le richieste di riconoscimento che provengono da tutta la Sicilia. Il Reis, istituito nel 2014 sulla base della convenzione dell’UNESCO per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, è il catalogo delle espressioni della cultura immateriale della Sicilia che raccoglie in sezioni specifiche tutte quelle eredità tramandate che caratterizzano il ricco e multiforme patrimonio culturale della nostra isola.

L’inserimento del dialetto locale nel Reis rappresenta un importante riconoscimento per la comunità di San Piero Patti che così vede ufficialmente riconosciuta la tipicità di questa parlata che accomuna il centro sampietrino agli altri comuni contraddistinti dal gallo-italico, come San Fratello, Novara di Sicilia, Piazza Armerina, Sperlinga, Nicosia.

“Il dialetto sampietrino – spiega l’assessore alla cultura, Salvatore Pantano – con i suoi notevoli tratti caratteristici rientra nel novero delle parlate della cosiddetta Lombardia siciliana. È nato dalla fusione tra la lingua siciliana e il patrimonio lessicale e fonetico gallo-italico. Secondo gli studi e la tradizione, si tratterebbe di un’importante eredità dovuta alla presenza di coloni lombardi e piemontesi insediatisi nelle nostre zone ai tempi dei Normanni. Le sue particolarità fonetiche e d’intonazione ne fanno una presenza riconosciuta assolutamente singolare nel panorama linguistico del comprensorio nebroideo e messinese. Oggi la crisi demografica così come il progressivo invecchiamento della popolazione residente stanno mettendo a rischio la sua esistenza e per questo ci siamo prefissati come obiettivo quello di preservare e valorizzare questa nostra importante caratteristica identitaria”.

Il sindaco Cinzia Marchello esprime soddisfazione per questo riconoscimento. “La valorizzazione delle risorse culturali e turistiche del nostro paese – dice – passa anche dalla tutela del nostro particolare dialetto che ha sempre contraddistinto San Piero Patti nel comprensorio. Adesso, dopo questo obiettivo raggiunto, ci impegneremo con delle iniziative dedicate che avranno l’obiettivo di valorizzare il nostro dialetto e l’identità sampietrina”.

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