Ciminna (Pa): appuntamento con il premio letterario nazionale Paolo Amato

Appuntamento con la cultura a Ciminna, nel palermitano, sabato16 dicembre per la quinta edizione del premio letterario nazionale “Paolo Amato”. Un appuntamento nel nome  e nel ricordo dell’insigne architetto ciminnese del periodo barocco che promuove e valorizza l’impego nelle lettere e il valore etico della creatività, premiando le personalità che si sono distinte nel mondo della ricerca, del sapere e della letteratura.

La cerimonia di quest’anno è dedicata alla memoria di Vito Casimiro Fellino, uno dei fondatori del premio lettario, una figura che Ciminna ricorda con orgoglio e rimpianto. “E’ una semplice attività dello spirito – sottolineano gli organizzatori – ideata senza alcuna albagia, curata con estremo garbo che, comunque, diviene tappeto musivo fatto di uomini e donne il cui operato rappresenta un messaggio epifanico di straordinaria efficacia in tempi contraddistinti da drammatica epidemia e atroci guerre ingiustificabili. Un premio che vuole rappresentare una carezza al cuore per gli uomini di buona volontà”.

Sotto questi auspici la commissione giudicatrice, composta da Giovanni Taibi, presidente del premio; Maria Patrizia Allotta e Tommaso Romano; Vito Mauro segretario, ha concordato di assegnare a don Pino Vitrano, cofondatore e guida spirituale della missione di Speranza e Carità di Palermo il Premio speciale del Presidente del Circolo “Paolo Amato”.

Nel corso della manifestazione sarà anche assegnato il premio alla cultura al critico d’arte Massimiliano Reggiani.

Durante la manifestazione sarà assegnato anche il Premio alla Cultura a Massimiliano Reggiani, critico d’arte. Per la parte letteraria, il premio speciale della giuria è andato a Leonarda Brancato con “Santi, miti e bastoni. I lrito della ‘Ntinna ciminnese e la beffa dell’eroe” e ad Agostina Passantino con “Sei racconti e un intermezzo”.

Per la sezione narrativa inedita, invece, il premio è stato assegnato a: Giuseppe Crapanzano con “9 settembre 1943. Andate tutti a casa. Si salvi chi può”; Giovanni Antonio Gravina con “La spada e la folgore” e a Francesca Vitello con “Alla Sicilia tendeva il cuor di Dante”.

Per la sezione narrativa edita, i premi sono stati assegnati a: Lucia Vincenti autrice de “L’ultimo viaggio del templare”. Invece, per la sezione poesia italiana edita, premi a Emanuele Insinna con “Io sarò un poeta inattuale”, in ex aqeuo con Maria Rosaria Sergi, autrice di “In memoria di te”.

Nella sezione poesia in vernacolo edita, premio a Stefano Lo Cicero con “Attracchi” ,mentre per la sezione poesia in vernacolo inedita, è stato premiato Antonino Manzella con “Disiu tradituri”. Infine ,per la sezione poesia in italiano inedita, è stata premiata Daniela Albano con la sua “Sentire”.

Alla premiazione parteciperà anche Enzo Rinella, con letture di Domenico Pavone e Pina Maria Scibetta.  Per dare continuità al valore dell’arte nella cultura siciliana, che dal barocco al contemporaneo continua a fiorire, le opere del maestro Enzo Togo, di origini messinesi, daranno luce e colore all’aula magna della scuola media “Don Rizzo” che ospita la cerimonia. Questo artista di fama nazionale è stato brillantemente studiato e descritto dal professore Tommaso Romano che è componente della giuria.

Togo ha il raro dono di essere subito riconoscibile, come capita ai maestri veri: ci porge la rappresentazione degli strati innumerevoli dell’essere, del vedere e sentire”. Così lo presenta Tommaso Romano, presidente dell’accademia di Sicilia; la sua arte, infatti, riesce ad unire realismo ed emozione: Togo è un poeta del colore, dell’anima e del ricordo. Le sue origini siciliane, la gioventù vissuta fra Messina e le isole Eolie, i continui ritorni annuali per le estati e le battute di pesca nello Stretto, hanno dato all’artista la materia e la luce per comporre il proprio universo visivo. I paesaggi diventano un teatro di onde e di cielo, di coste rocciose, di tetti e di case: il sole attraversa questo spazio di colori, si fa simbolo, perno visivo dell’intera composizione. “Ogni segno disteso o apparentemente informe di Togo – spiega Romano – richiama archetipi che ci sovrastano e pure ci appartengono. Il suo canone, fortunatamente, sfugge alla classificazione di scuole burocratiche e si connota nativamente come evento singolo nella coralità della conoscenza che si ricompone in forma viva. Conducenti appunto ad una visione sua che è anche proposta, stimolazione, perenne invito alla vitalità e, al contempo, alla riflessione esistenziale e individuale”.

 

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