Palermo: si presenta il libro “La vita di Giuseppe La Masa”

“La vita di Giuseppe La Masa nella storia del Risorgimento italiano”, il libro di Angelo Coppola, sarà presentato giovedì 30 novembre alle 16.30 nella sala delle missioni della biblioteca centrale di Palermo in via Vittorio Emanuele.

L’opera è la ristampa anastatica del volume originale pubblicato dalla tipografia nazionale nel 1919. Dopo i saluti del direttore Margherita Perez sono previsti gli interventi di Alba Castello, docente Unipa; Bernardo Puleio, storico e Pietro Zambito, autore della prefazione. L’incontro sarà moderato da Alfonso Lo Cascio, presidente regionale BCsicilia. L’incontro è promosso dalla biblioteca centrale, I buoni cugini editori e BCsicilia.

Nel 1848 una delle canzoni popolari più in voga, cautamente canticchiata in famiglia, aveva le parole di questa poesia dialettale. “Na palummedda bianca/si mancia la cirasa/Evviva Peppino La Masa/ca detti la libertà.

La canzone, nascostamente cantata per tutto il periodo della restaurazione borbonica, si ridestò nel 1860 con sincero entusiasmo. Nel 1919 l’ingegnere Angelo Coppola, autore di questa accurata biografia su Giuseppe La Masa, conclude il suo studio sull’eroe siciliano facendone il seguente ritratto. “Si può affermare, senza tema di essere smentiti che, nei fatti del 1848 e in quelli del 1860, nessuno può vantare di avere ottenuto con le proprie influenze, con il proprio entusiasmo, con le proprie attitudini, con la propria fede, con il proprio intuito e con la propria iniziativa, quei meravigliosi risultati ai quali pervenne Giuseppe La Masa, senza le dande delle quali ebbero bisogno tutti, indistintamente, gli altri eroi di cappa o di spada che sogliono pullulare in mezzo al groviglio dei popolari rivolgimenti. Il suo carattere focoso e intraprendente lo portò in varie circostanze a incomprensioni dalle quali scaturirono vivaci polemiche e screzi financo con lo stesso Garibaldi, che non volle seguire nella campagna continentale. Oggetto di azioni diffamatorie sul suo ruolo ricoperto nella guerra per l’unificazione dell’Italia meridionale, passò gli anni sessanta e settanta alla difesa del proprio onore. Un giurì appositamente istituito sentenziò a suo favore ma tuttavia lasciò impregiudicata la questione storica”.

Commenti
Caricamento...

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi