Catania: convegno sull’aumento delle patologie di salute mentale nei giovani

Dal 2018 al 2022 sono aumentate del 516% le richieste di assistenza per le patologie mentali nei bambini e nei ragazzi. Se ne è parlato nel corso del convegno “La salute mentale è un diritto umano universale” promosso dall’azienda ospedaliero universitaria Policlinico Rodolico-San Marco, in occasione della giornata mondiale della salute mentale, curato dall’unità operativa educazione alla salute in collaborazione con l’UO formazione e aggiornamento.

“Tutti gli enti che si occupano di salute mentale – spiega Maria Salvina SIgnorelli, direttrice della scuola di specializzazione in psichiatria dell’università di Catania – ci dicono che la salute mentale è la vera emergenza sanitaria, soprattutto dopo la pandemia. I dati epidemiologici mostrano che in Italia c’è stato un incremento delle problematiche legate alla salute mentale di quasi quattro volte, soprattutto dei disturbi del neuro sviluppo, in particolare autismo e disturbi del comportamento.

In genere questo ha influito in maniera importante su bambini e adolescenti, soprattutto di sesso femminile tra i 18 e i 25 anni”. Di aumento esponenziale di disturbi del comportamento, che “si affacciano drammaticamente nella nostra realtà” in età adolescenziale, “esacerbati tra l’altro dal lockdown”, h parlato anche la responsabile dell’UOC di neuropsichiatria infantile del policlinico Rodolico, Renata Rizzo.

“Circa il 20% degli individui in età adolescenziale soffre di disturbi mentali, una percentuale altissima – afferma la professoressa – inoltre le condizioni neuropsichiatriche sono la principale causa di disabilità nei giovani. Tutto questo perché la maggior parte delle patologie comincia entro i 25 anni di età, ma esiste un ritardo drammatico nelle diagnosi, perché le famiglie non se ne accorgono subito, tanto che ci troviamo spesso di fronte ad adolescenti nei quali la malattia, non trattata prima e ormai grave, genera un out come drammaticamente diverso. L’adolescente è insoddisfatto, cerca di sfidare le regole, fino a diventare un adulto che non riesce a mantenere un lavoro stabilmente, ad avere relazioni affettive stabili e a programmare l’attività lavorativa. Gli studi, inoltre, ci dicono che mentre prima le malattie della mente venivano considerate frutto dell’educazione impartita da genitori incapaci e colpevoli, adesso si è capito che alla base ci sono soprattutto fattori genetici – conclude la dottoressa”.

Sul benessere dei pazienti e degli operatori sanitari si è concentrata la relazione della dirigente psicologa Antonella Russo del servizio di psicologia aziendale. “Spesso i pazienti curati egregiamente dai medici che trattano il loro corpo, vivono uno stato di frustrazione, a volte altalenante, che determina in loro uno sconvolgimento dell’equilibrio psicologico che non aiuta il loro percorso terapeutico”.
Ma –chiede la dirigente- se gli operatori sanitari si occupano dei pazienti, chi si occupa degli operatori?  Nella nostra azienda ci sono due realtà utili a questo scopo, il Comitato unico di garanzia e lo sportello ad hoc per l’ascolto dei dipendenti”.

“Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità – ha ricordato il medico competente aziendale, Venerando Rapisarda- la salute mentale costituisce un elemento essenziale ma tradizionalmente trascurata nella popolazione, tanto che il 50% dei soggetti ha un disturbo mentale come l’ansia”.

Tra gli altri relatori, anche Manuela Grosso, avvocato dell’avvocatura aziendale, il quale ha fatto un excursus giuridico sulle norme che hanno riguardato, negli anni, la salute mentale come la legge Basaglia che nel 1978 decretò la chiusura degli ospedali psichiatrici italiani.  Al termine, Michele Compagnone dell’UOC di endocrinologia, malattie del ricambio e della nutrizione, delle influenze degli squilibri ormonali sulla psiche.

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