Catania: in mostra le fotografie di Simone Cerio in “Religo”

Lo scorso venerdì 29 settembrepresso lo spazio espositivo di Palazzo Scammacca di Catania si è tenuto un doppio appuntamento con la fotografia e l’editoria, ovvero, l’inaugurazione della mostra Religo di Simone Cerio e contestualmente la presentazione l’omonima pubblicazione, entrambe curate da 2LAB. Nel vasto panorama delle sei mostre che compongono la rassegna di fotografia sul tema delle libertà nel 2023, Religo è un’opera che va oltre la fotografia, offrendo una riflessione profonda sulla tolleranza e sulla ricerca di una coesistenza armoniosa tra fede e identità sessuale. Attraverso questa rassegna, il progetto si inserisce in un importante dialogo sulla libertà individuale e la diversità, invitando il pubblico a esplorare questioni sociali e culturali cruciali.

Fotografo documentarista italiano, specializzato in visual journalism. Da sempre interessato a linguaggi ibridi, le immagini di Simone Cerio (classe,1983) possiedono una narrativa che evidenzia l’importanza della relazione profonda con l’altro. Il filo che lega i suoi lavori è il tema dell’identità e delle disuguaglianze, attraverso l’uso di uno story-telling estrema- mente intimo. La ricerca visiva offerta da Simone è spesso incentrata su storie che hanno una valenza prima documentativa, ma con una forte accezione interpretativa, al limite della performance. L’unione di entrambe le visioni vuole generare uno spazio di confronto in cui i termini “indagine”, “ricerca”, “archivio” diventino pian piano caratteristiche distintive di ogni progetto.

Conosciuto soprattutto per la sua ricerca sulle comunità LGBT credenti, intitolata RELIGO, e il lavoro sul tema dell’assistenza sessuale per persone disabili, LOVE GIVERS. Progetti che gli valgono premi internazionali tra cui il Wellcome Photography Prize nella categoria “Hidden Worlds”. Contributor di Ong, Enti e Istituzioni, è anche docente di fotografia e direttore creativo di CONTESTO, uno spazio fotografico in Abruzzo. Collabora con testate nazionali ed internazionali ed ha esposto i suoi lavori in Italia e all’estero.

“Per te – racconta Simone Cerio –non c’è posto in Paradiso, Ricorda! Quattro anni fa ho assistito a questa maledizione, scagliata contro Sergio da un giovane prete in una piccola chiesa fuori Roma. Sergio appartiene ad uno dei 30 gruppi LGBT credenti presenti in Italia, che offrono percorsi spirituali e di accoglienza a tutte le persone con identità sessuale e di genere diverse da quella comunemente accettata. Lì è nato il mio desiderio di indagare la relazione tra fede e omosessualità presenti nella chiesa”.

La missione di queste comunità è rivoluzionaria: una modifica della teologia conservatrice del Vaticano (gli unici tre documenti trattanti l’argomento sono targati 1986, 2008 e 2016). In questo lasso di tempo molti giovani si sono tolti la vita per il peso del peccato, o hanno subito “terapie riparative” per curare la loro “condotta intrinsicamente cattiva e disordinata” (come ha definito l’omosessualità l’allora Cardinale Ratzinger in un documento sulla Pastorale delle persone omosessuali del 1986).Un rinnovamento teologico in questo senso aprirebbe la scena ad un nuovo movimento socio-religioso in Italia che potrebbe cambiare la struttura gerarchica della Chiesa, riportandola da una dimensione piramidale ad una più umana e circolare.

Persone di diversa inclinazione sessuale escluse da percorsi spirituali, le scomuniche ai preti che decidono di sposare coppie gay, l’esclusività di famiglie “naturali” definite come le uniche vere famiglie cristiane. Queste sono alcune delle storie; questi sono alcuni degli amici; queste sono le vittime che Simone Cerio racconta all’interno del suo lavoro.

 

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