Roma: “Manco morto” di Emma Cecala è la migliore opera prima al premio Sergio Pastore

Un prezioso tributo alla cinematografia indipendente dedicato a chi ha il coraggio d’andare avanti con i propri progetti pur non avendo “colossi” al proprio fianco mantenendo nell’opera l’integrità del proprio pensiero. È il Premio Cinema Indipendente “Sergio Pastore”, che si terrà a Roma mercoledì 20 Settembre 2023 in Campidoglio nella Sala del Carroccio. Saranno presentati gli autori e i titoli dei film premiati, con le motivazioni stabilite dalla commissione dei giurati, presieduta da Franco Mariotti (Vicepresidente del Sindacato Giornalisti Cinematografici Italiani), formata da Graziano Marraffa (Presidente Archivio Storico del Cinema Italiano) e Marco Sani (Fondatore del Premio cinematografico “Fregene per Fellini”, saggista e produttore indipendente).

Un riconoscimento prestigioso che, giunto alla seconda edizione, premia anche la regista siciliana Emma Cecala nella sezione “Opera Prima” per il cortometraggio “Manco Morto” girato interamente a Ciminna (Pa) nel dicembre 2022. “Ciminna torna nella cinematografia raggiungendo un podio nazionale – commenta il sindaco Vito Filippo Barone – grazie alla regista Emma Cecala in cui questa Amministrazione ha creduto fermamente, sia come Autore che come protagonista del Ciminna Corto Fest. Dopo lo sfarzo della regia di Luchino Visconti il nostro territorio diventa ancora una volta protagonista, raccontandosi attraverso le proprie architetture, la luce, l’innato amore per l’arte dell’intera collettività”.

La serata di premiazione sarà lunedì 25 di settembre presso la Casa del Cinema di Roma, uno spazio dedicato alla settima arte all’interno di Villa Borghese e a pochi metri dall’iconica Via Veneto. Madrina d’Onore della serata sarà l’attrice Giovanna Ralli, eccezionale interprete del Cinema e del Teatro Italiano.

L’opera prima di Emma Cecala, ripresentata da poche settimane a Ciminna con grande successo e vincitrice di numerosi altri premi, è stata recensita anche dal Critico d’arte Massimiliano Reggiani, che è rimasto colpito dalla sua efficacia narrativa:

“Manco morto” – scrive Massimiliano Reggiani – il cortometraggio che ha tenuto la regista Emma Cecala alla luce della ribalta inizia in una calda e buia notte siciliana: la partita si gioca in equilibrio, ognuno irride la campagna elettorale dell’avversario. L’opera, prodotta da Arancia cinema, è un distillato che ci permette diverse riflessioni sull’arte contemporanea, sullo schema narrativo e sullo sviluppo del figurativo dalla pittura alla cinematografia.

Emma Cecala, siciliana di Caccamo ma soprattutto italiana, ricama un quarto d’ora apparentemente spensierato inventando un paese sonnolento impersonato dal suggestivo borgo di Ciminna, dalle sue chiese opulente, dai viottoli inerpicati sui declivi di un colle. Regista acuta e tagliente costruisce una storia seguendo le ultime volontà del candidato sindaco di sinistra, deceduto appena prima del ciak iniziale. La trama è immaginata dal morente, che si prende la rivincita sui compaesani un po’ bigotti e apertamente opportunisti.

“Manco morto” va guardato come un concentrato d’italianità tanto provinciale quanto di buon cuore, perfida nei ragionamenti, divisa in lotti e fazioni ma complessivamente solidale: una grande parentela diffusa, una famiglia allargata a tutto il paese dove – alla fine – è il sangue che conta e i grandi ideali restano tutti all’orizzonte. Teotista Mezzasalma, il politico rosso, è l’unico che non recita: da poco scomparso si presenta in fotografia: è l’alter ego della regista, porta il nome del compatrono di Caccamo, la sua città natale.

Oltre il piacere della visione “Manco morto” dà spunto anche per altre riflessioni: il cortometraggio – se ben congegnato – costruisce un piccolo universo, coerente e chiaro. Lo spettatore – come a teatro – si appassiona ad ogni singola sfumatura, dalla voce al gesto, dall’inquadratura al costume e apprezza ogni ingrediente confrontandolo con il quadro mentale che ha fatto proprio, interiorizzando la vicenda narrata.

È un percorso conoscitivo assolutamente non distante dall’arte figurativa che per secoli ha reso splendide e toccanti le nostre chiese, che ha fatto fremere i committenti di ritratti, che ha eccitato i militanti di fronte ai simboli e alle raffigurazioni dei propri capi. Perché l’arte figurativa abbia un senso occorre che cristallizzi e rievochi un frammento di qualcosa che sia conosciuto e comune, non necessariamente vero ma accettato come tale. Non è quindi un caso che la maggior parte delle opere diano forma, colore e perciò presenza, alle Sacre Scritture, rendendole così presenti e comunicative alla comunità dei fedeli.

Il cortometraggio può essere considerato l’evoluzione del figurativo, dipinto con la luce e non grazie ai pennelli, ha la medesima costruzione: modelli, costumi, gesti, teatralità, ambientazione e illuminotecnica. È un’opera che può permettersi di raccontare storie nuove, perché non è costretto a fissare l’istante ma può permettersi di evocare momenti, d’intessere una rete narrativa, di accogliere lo spettatore nella totalità del proprio mondo simbolico.

“Manco morto” girato in pochi giorni in un lembo di terra fra Palermo e Agrigento va ben oltre la recitazione, coglie gesti scaramantici, teatralizzazioni, modi di fare e atteggiamenti che appartengono a tutta la penisola italiana, li concentra per le viuzze silenziose e solatie di Ciminna, nella frescura delle chiese, nel camposanto odoroso di cipressi e custode di segreti e ricordi. Gli attori recitano ma soprattutto sentono il proprio ruolo, potrebbero essere guardati senza audio o cambiando dialetto senza perdere di freschezza. È la storia dei grandi ideali risolti in chiacchiere, dei sogni trasformati in beghe da cortile: il riflesso di una società che antepone la famiglia ad ogni proclama, tranne qualche libero pensatore come Teotista Mezzasalma”.

“Manco morto” di Emma Cecala ha avuto il sostegno di: Regione Siciliana (Assessorato ai Beni Culturali e Identità Siciliana), Comune di Ciminna, La Donnafugata del Gattopardo – BC Sicilia. Scenografia di Giuseppe Cusmano, Sebastiano Caceffo fonico di presa diretta; Giusy Brancato al trucco, montaggio di Antonio Messina, operatore macchina da presa Antonino Giacalone, operatore Gimbal e drone Gabriele Lumia, service luci Antonino Giacalone e Nicola Fellino, post produzione e visual effect Daniele Marsala, aiuto regia Antonello Piazza.

 

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