Palermo: amianto nelle ferrovie, il tribunale condanna l’Inail

Una rendita di 200.000 euro dovrà essere versata dall’INAIL ai familiari del palermitano Vincenzo Sabato, ex macchinista delle ferrovie dello Stato, deceduto per mesotelioma a causa dell’amianto. L’istituto nazionale è stato condannato dal tribunale di Palermo.

L’Inail, dopo la morte della vedova di Sabato lo scorso anno, dovrà devolvere la cifra disposta dal tribunale ai cinque figli della vittima. Sin dal 2015 la donna aveva cercato di ottenere giustizia per il marito che aveva lavorato in Ferrovie per più di 30 anni. Proprio tra i dipendenti delle Ferrovie, infatti, si riscontrano casi maggiori di patologie absesto correlate, come il mesotelioma, essendo una delle attività lavorative a maggior rischio di esposizione alla fibra killer.

Nel settore ferroviario, infatti, sin dalle locomotive a vapore, l’amianto è stato presente in guarnizioni e rivestimenti. Poi dalla metà degli anni Cinquanta è iniziata la coibentazione con amianto sui nuovi rotabili, allargata in  seguito a tutte le 8 mila carrozze circolanti. Questa fu interrotta negli anni Novanta, con la messa al bando del pericoloso cancerogeno e la bonifica è stata poi completata all’inizio degli anni 2000.

Nell’ultimo rapporto ReNaM dell’Inail, giunto alla sua settima edizione, si contano circa 160 casi, di cui quasi 70 fra i macchinisti. Tra le vittime inconsapevoli anche il palermitano Vincenzo Sabato, come riconosce la sentenza del tribunale. “Si può affermare che il mesotelioma pleurico, che ha portato al decesso di Sabato Vincenzo, riconosce la sua origine nell’esposizione lavorativa alle fibre di amianto presenti nei locomotori da lui condotti nei circa 30 anni di dipendenza dalle ferrovie dello Stato”.

“Le Fs hanno utilizzato amianto in modo abnorme nonostante si conoscessero già le sue capacità lesive per la salute umana – denuncia l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’osservatorio nazionale amianto e legale della famiglia – solo in seguito alle numerose condanne hanno avuto un tardivo processo di bonifica. Ora però occorre risarcire i danni alle vittime e ai loro familiari. Quando la giustizia arriva tardi è una vittoria a metà – sottolinea Bonanni – perché, nonostante il risultato, nessuno potrà restituire ai figli un padre, in questo caso anche una madre che per lunghi anni ha atteso il riconoscimento di un diritto”.

L’Osservatorio Nazionale Amianto assiste tutte le vittime dell’amianto che hanno lavorato alle Ferrovie dello Stato e le loro famiglie. Attraverso il link https://onanotiziarioamianto.it/mesotelioma-ferrovie-ona/ è possibile ricevere tutte le informazioni e richiedere il supporto dell’associazione.

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