Catania: l’Ail compie il primo quarto di secolo

L’Ail di Catania spegne le sue prime 25 candeline. In questi anni l’associazione italiana contro leucemie, linfomi e mielomi, ha raccolto milioni di euro. Circa 1 milione e 600mila euro per la ricerca; 1 milione e 75mila euro a sostegno dei reparti di Ematologia del Policlinico e dell’ospedale Garibaldi. A questi si aggiungono 700mila euro per l’assistenza domiciliare e 190mila a sostegno dei pazienti e delle loro famiglie. Questi i numeri in 25 anni di operato di AIL Catania, che ieri – venerdì 30 giugno – ha festeggiato le sue nozze d’argento con un convegno al Museo Diocesano di Catania.

I dati, illustrati nel corso della ricorrenza, sono testimonianza dell’impegno profuso negli anni dall’associazione nata dal lavoro sinergico degli 11 soci fondatori, sanitari e non, che si sono avvicinati all’ematologia del Ferrarotto. “Ail Catania, con il suo impegno e dedizione verso il prossio – dichiara il sindaco di Catania, Enrico Tarantino – rappresenta un modello per il miglioramento sociale e cultuale. E lo stesso vuole fare questa amministrazione per la città sostenendo la parte più fragile e di chi è meno fortunato”.

Parole di elogio e ringraziamento a cui hanno fatto seguito quelle del viceprefetto aggiunto Federica Nicolosi che reputa Ail Catania “un esempio di abnegazione e confroto, perché il sostegno non deve essere solo sanitario, ma anche morale e psicologico”.

Una storia iniziata nel 1998, anno in cui il presidente Riccardo Bottino propose di fondare la sezione di Catania, prendendo a modello quanto fatto nel 1969 da Franco Mandelli, istituendo AIL nazionale. “Oggi  – spiega Bottino – contiamo 44 soci, 142 volontari, è il supporto di molteplici medici e ricercatori. Figure fondamentali per portare avanti campagne di sensibilizzazione, attività di raccolta fondi e servizi indispensabili”.

Azioni messe in campo che hanno consentito ad Ail di Catania di fare passi da gigante. “Oggi è possibile guarire da patologie che 50 anni fa erano difficili da affrontare – aggiunge il presidente Bottino – inoltre, dal 2001 offriamo assistenza domiciliare, consentendo ai pazienti che non possono recarsi nelle strutture ospedaliere di avere le terapie di cui necessitano. Mentre dal 2019 è stato attivato un servizio navetta per i soggetti affetti da mieloma multiplo: ben 2.066 viaggi, 58.541 chilometri e 22 assistiti”.

Tra i progetti portati avanti da Ail Catania anche “Cura e nutrizione del paziente onco-ematologico cronico”. Iniziativa ambiziosa che si avvale della presenza di medici, psicologi, biologi nutrizionisti e consulenti di immagine, allo scopo di sostenere il paziente non solo da un punto di vista medico, ma anche emotivo e alimentare.

“Una buona condizione psico fisicoa può contribuire positivamente alle cure – sottolinea Bottino  – In 25 anni la forza di Ail Catania è emersa anche ne momenti più difficili, come quello della pandemia, nel 2020. “Pur non potendo erogare alcuni servizi indispensabili – commenta il presidente dell’associazione – siamo riusciti a garantire la consegna domiciliare delle terapie e a stringere rapporti di collaborazione con scuole e altri enti, grazie ad interessanti campagne di sensibilizzazione”.

Tra queste segnaliamo “Cuore di panno” con cui Ail, con il supporto di un’infermiera del reparto di ematologia di un ospedale etneo, consentirà ad un paziente extracomunitario di ricevere un trapianto dal fratello residente in un paese del centro Africa. Il tutto grazie al contributo del responsabile dei trapianti di midollo osseo, Giuseppe Milone.

Un filo conduttore con l’intero operato dell’associazione italiana contro leucemie, linfomi e mielomi, che oggi conta 83 sezioni. “Quanto fatto a Catania e in Sicilia dimostra l’importanza della sinergia tra i reparti di ematologia e Ail, riducendo quasi a zero le migrazioni sanitarie – commenta Pino Toro, presidente Ail nazionale – con uno sguardo più ampio, la collaborazione e gli investimenti nella ricerca, quasi 20 milioni solo nel 2022 in Italia, oggi garantiscono una migliore qualità e maggiore aspettativa di vita”.

Non solo parole, ma fatti. A confermare i dati esposti la testimonianza della paziente Carmela Passanisi e gli interventi di Rosario Giustolisi (direttore emerito Ematologia Università di Catania oggi in pensione), Francesco Di Raimondo (direttore Ematologia Azienda Policlinico-San Marco di Catania), Ugo Consoli (direttore Ematologia Arnas Garibaldi di Catania) e Alessandro Amaro (vicepresidente AIL Catania e presidente Associazione CarlottaXAil). Durante la cerimonia, spazio al professore Giuseppe Alberto Palumbo, che ha presentato il premio alla Ricerca per i 25 anni di AIL Catania, vinto dal ricercatore Andrea Duminuco. A concludere la giornata la consegna delle onorificenze.

In un quarto di secolo, AIL Catania ha dimostrato quello che le persone possono fare insieme, diventando una realtà ben radicata nel tessuto sociale e in campo medico.

 

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