Catania: operazione “Kiss” i particolari

arresti per droga e armi

Si salutavano con un bacio in bocca secondo l’uso degli appartenenti alla stessa famiglia mafiosa. Per questo gli agenti della polizia di Stato di Catania hanno denominato “Kiss”, l’operazione antidroga che ha portato all’arresto di 7 persone, di cui una latitante.

Le manette sono scattate ai polsi di Carmelo Natale Anastasio, 44 anni, pregiudicato, già in carcere per altra causa; Vincenzo Grasso, 27 anni, pregiudicato, per lui i domiciliari; Dario Santostefano, 26 anni, pregiudicato; Giuseppe Santostefano, 42 anni, pregiudicato, già ai domiciliari per altra causa; Maurizio Torrisi, 42 anni, detto “mille lire”, pregiudicato; Orazio Vinciguerra, 25 anni, pregiudicato, anche lui ai domiciliari per altra causa. Uno dei destinatari della misura di sorveglianza è attualmente irreperibile.

Gli arrestati sono ritenuti responsabili di far parte di un’’’associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, di detenzione e spaccio di droga, con l’aggravante di aver agito per favorire l’attività dell’associazione mafiosa facente capo al gruppo Nizza del clan santapaola-Ercolano e con l’ulteriore aggravante di aver avuto la disponibilità di armi.

Le indagini della squadra mobile con il coordinamento della Dda, erano state avviate a maggio del 2014 dopo il sequestro di 260 Kg di marijuana nonché di un bilancino di precisione e attrezzatura per il confezionamento delle dosi, rinvenuti in un garage di Carmelo Natale Anastasio, all’epoca dei fatti arrestato. Le indagini hanno altresì permesso di appurare che la droga custodita da Anastasio era destinata ad una piazza di spaccio nel quartiere San Giorgio, gestita operativamente da Giuseppe Santostefano.

Nella piazza di spaccio l’attività era riconducibile alla famiglia Nizza e in particolare a quelle della squadra di San Cocimo, storicamente facente riferimento a Maurizio Zuccaro, esponente di spicco della cosca attualmente detenuto. L’attività di spaccio, promossa e organizzata da Maurizio Turrisi, era strutturata sul modello “napoletano” avveniva cioè di sera e di notte con turni predisposti di vedette e pusher. Il gruppo era capace di autonomi canali di rifornimento, soprattutto per la marijuana, favorendo all’occorrenza i suoi alleati anche nello scambio di armi.

Dalle indagini, supportate da video riprese, è emersa la disponibilità in capo agli indagati di fucile e pistole. Un supporto alle indagini è stato dato dalle dichiarazioni di alcuni pentiti secondo cui Turrisi curava personalmente i rapporti con i Nizza, partecipando ad incontri e veri e propri summit, ricevendo dai vertici del gruppo un approvvigionamento settimanale di cocaina e marijuana da spacciare nel rione San Giorgio, precisamente in via della Rondine.

Maria Chiara Ferraù

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