IL KEBAB

Il kebab è una ricetta dalle origini antichissime. La tradizione vuole che già i soldati persiani usavano cuocere pezzi di carne sulle loro spade direttamente sul fuoco. Veniva consumato a colazione con il naan, pane lievitato e cotto a forno tipico dell’India e del Pakistan. Dal Medio Oriente questa prelibatezza ha invaso l’Europa e il mondo intero divenendo il piatto preferito di tanti giovani e non solo! Oggi viene consumato come “boccone veloce” a pranzo, a cena e per merenda. Il mercato del kebab è in fortissima espansione, esiste addirittura una versione vegetariana con verdure fritte e formaggio, per accontentare proprio tutti.

Arriva in Europa facendo il suo ingresso in Germania, dove il Döner Kebab è diventato uno degli alimenti più amati dalla comunità berlinese dove fece la sua prima comparsa. Chi ha cucinato il primo Döner Kebab? Il primato va a Kadir Numan  – scomparso nel 2013 che, agli inizi degli anni 70, importò dalla Turchia questa specialità. Numan era uno dei tanti turchi emigrati in Germania che ha aperto un chioschetto nel centro di Berlino, vicino alla stazione della metropolitana dello Zoo. Purtroppo non aveva brevettato la sua idea e dopo una lunga controversia sulla paternità con il connazionale Nevzat Salim (che sostiene di aver venduto il primo kebab in Germania già nel 1969), l’ unione dei produttori turo-tedeschi di kebab, ha riconosciuto nel 2011, a Numan di essere stato il primo a portare il Döner Kebab, in Germania. Piccola curiosità: Salim proviene dalla città di Brusa (200 km a sud di Istambul), indicata proprio come il luogo di “nascita” del kebab. Lì il kebab prende il nome di Iskender Kebab, dal nome del suo creatore, il cuoco Iskender Efendi . 

Ad ogni modo, il kebab all’inizio era destinato solo ad una piccola porzione di consumatori, gli immigrati turchi. Con il passare del tempo, però, questo piatto povero da un punto di vista economico ma ricco di gusto riuscì a conquistare anche il palato dei tedeschi che lo videro come valida alternativa per un boccone veloce durante la pausa pranzo in ufficio. Oggi si calcola che ogni anno vengano confezionati 750 milioni di panini solo in Germania. E sempre in Germania – ormai divenuta patria adottiva del kebab – si contano più di 16 mila chioschi o Imbissbuden (tavole calde). Si tratta di un piatto economico e di facile asporto, lo possiamo quasi chiamare un fast food orientale o un Mc Donald’s turco, che però non ha mancato di attirare critiche su di sè. Infatti se unanime è il successo commerciale riconosciutogli, qualche esperto ha storto il naso sulle qualità alimentari di questo piatto. Per prima cosa è bene dire che la carne andrebbe consumata in giornata e non riutilizzata o riscaldata, questo per evitare che agenti patogeni sviluppino a temperatura ambiente.

Alcune indagini di carattere scientifico condotte in Gran Bretagna materia di sicurezza alimentare hanno evidenziato che i valori nutrizionali del kebab, verdure e salse comprese, sono tutt’altro che equilibrati. Si stima che su una porzione media di 300 gr, l’apporto calorico di un kebab sia di circa 1000 calorie, cioè pari al 50% della valore giornaliero raccomandato. Ovviamente ad alzare le calorie in modo esponenziale sono le salse, specie quelle industriali a base di maionese, ricchissime di grassi dannosi per la salute. In più, queste calorie sono mal distribuite risultando un piatto sbilanciato su proteine e grassi. Secondo i dietisti inglesi il vero problema del kebab non è la sua “pesantezza” , quanto il fatto che questo piatto venga considerato uno “spuntino” e quindi venga spesso accompagnato da altri pasti durante l’arco della giornata.

Allora cosa fare? Rinunciare al kebab? No, la risposta è semplice: lo prepariamo a casa, con la carne comprata dal macellaio di fiducia, e la accompagniamo con verdure freschissime, salsine di qualità e pita preparato fresco. Qui trovate la ricetta!

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