Gela (Cl): duro colpo a cosa nostra con l’“operazione Malleus”

Nuovo duro colpo inferto a cosa nostra gelese, in particolare al clan Rinzivillo. Diciassette persone sono state arrestate dagli agenti della squadra mobile che hanno operato insieme agli agenti del commissariato di Gela.

Gli arrestati dovranno rispondere a vario titolo di associazione a delinquere di tipo mafioso finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, di detenzione e porto illegale di armi e di detenzione continuata di stupefacenti.

Nell’operazione, denominata Malleus, sono finiti in manette: Giacomo Gerbino, vittoriese 42enne; Antonio Radicia, gelese 30enne; Ivan Angelo Casciana, 26 anni di Gela; Domenico trespoli, 31enne di Gela; Giuseppe Andrea Mangiameli, 39enne di Lamezia Terme; Giuseppe Placenti, gelese 27enne; Valerio Longo, 43enne di Ilden (Germania); Roberto Cosentino, 43enne di Catania e Giuseppe Schembri, gelese di 34 anni.

Le altre persone colpite da provvedimento restrittivo che si trovano attualmente in carcere sono: Massimo Gerbino, 36enne di Vittoria; Baldassare Nicosia, detto Aldo, gelese di 32 anni; Davide e Alessandro Pardo, gemelli 34enni di Gela e Vincenzo Florio, catanese  38enne.

Tre soggetti sono attualmente irreperibili e sono in corso ricerche finalizzate alla loro cattura.

Un altro durissimo colpo a cosa nostra gelese, al clan Rinzivillo, questo. Dopo la morte di Daniele Emmanuello nel dicembre del 2007, l’aliquota Rinzivillo era ormai predominante nella famiglia di Gela e Crocifisso Rinzivillo, fratello di Antonio, oggi detenuto e che fu rappresentante del mandamento mafioso di Gela prima dell’avvento di Daniele Emmanuello, aveva assunto una rilevante posizione di potere. Già nel 2012 nell’ambito dell’operazione Teatragona condotta dalla polizia vennero catturati elementi di spicco del sodalizio mafioso dei Rinzivillo. Fra loro anche Rosario Vizzini che decise di avveare un percorso di collaborazione, svelando importanti retroscena dell’organizzazione.

L’associazione sgominata oggi, oltre a controllare il territorio in modo capillare, si dedicava alle attività tipiche di un’associazione mafiosa che assicurano i facili guadagni come il traffico di droga e le estorsioni.

Maria Chiara Ferraù

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