Caprileone (Me): omicidio Bruno, Oriti condannato all’ergastolo

Una condanna all’ergastolo. Una pesantissima condanna, così come richiesto dalla pubblica accusa, per il ventenne di Rocca di Caprileone (Messina) Sebastian Oriti, reo di aver assassinato l’undici febbraio 2013 il ventiquattrenne Andrea Bruno.

Alla base dell’accoltellamento mortale una lite scoppiata a seguito di contrasti nati sui social network per una ragazza contesa. La corte d’assise di Messina, presidente Trovato, a latere Miraglia, ed i sei giudici popolari, ha riconosciuto l’omicidio premeditato a carico del giovane, escludendo solo l’aggravante dei futili motivi. Rispetto alle richieste di condanna del pubblico ministero Rosanna Casabona i giudici hanno quindi respinto la misura aggiuntiva della detenzione in isolamento diurno per tre mesi.
Sebastian Oriti, che nel processo era difeso dall’avvocato Decimo Lo Presti, è stato quindi ritenuto responsabile per gli altri capi d’imputazione, danneggiamento e porto d’arma da taglio.  Oriti, interdetto legalmente per tutta la durata della pena,  è stato condannato anche al pagamento delle spese processuali, al mantenimento in carcere ed al risarcimento dei danni nei confronti delle parti civili, la madre e la zia della vittima, rappresentate dagli avvocati Pippo Mancuso ed Alessandro Nespola. Immediatamente dovrà essere corrisposta una provvisionale di 80 mila euro alla madre di Bruno e di 20 mila euro alla zia, mentre il risarcimento sarà quantificato dal giudice in sede civile.

La corte d’Assise di Messina ha accolto anche l’ulteriore richiesta del pubblico ministero, disponendo la trasmissione degli atti alla procura che avrà il compito di verificare la sussistenza delle ipotesi di falsa testimonianza e calunnia ai carabinieri di Rocca, a carico di tre amici di Oriti, mentre la sola ipotesi di falsa testimonianza per i genitori e il fratello del condannato.

Oriti, da sempre, si è accusato del delitto, ma ha sempre sostenuto che le coltellate erano state inferte al culmine di uno scontro fisico nel quale l’arma era stata estratta dalla stessa vittima. Per questo l’avvocato Lo Presti ha annunciato ricorso in appello dopo il deposito delle motivazioni previsto entro novanta giorni.

 

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