Sicilia: Calogero Emanuele: “consorzi di bonifica, fanno tutti orecchio da mercante”

“Fanno tutti orecchio da mercante malgrado le richieste di incontro alle istituzioni regionali, le continue proteste dei cittadini e le copiose sentenza emesse dalla corte costituzionale, dai tribunali e dalle commissioni tributarie provinciali con cui si dichiara l’illegittimità dell’imposizione consorziale”. Così Calogero Emanuele, sindacalista del messinese che da tempo si è occupato della vicenda sulle richieste di pagamento da parte dei consorzi di bonifica.

Com’è noto, sui cittadini grava un altro balzello, senza che sia stata fatta in loro favore alcuna iniziativa. L’attività, infatti, dovrebbe essere finalizzata alla salvaguardia delle opere realizzate nel tempo dagli ex Consorzi, ma soprattutto per lavori di manutenzione e miglioramento dei fondi agricoli interessati.

“E’ grave che nel  territorio messinese, dal 1997 ad oggi – prosegue Emanuele – si sconoscano quali, quanti e dove sarebbero state eseguite le opere e gli interventi di manutenzione. Circostanza singolare poi è che non si abbia cognizione dei reali proprietari e/o possessori dei fondi e si emettono bollette di pagamento senza alcun criterio, in alcuni casi notificate al primo intestatario o al più giovane che risulta nel certificato catastale. Addirittura – scrive ancora Emanuele in una nota – è successo che lo stesso balzello sia stato recapitato a diversi eredi, con il ragionevole rischio di duplicare, se non addirittura triplicare, le pretese di pagamento.”

Forse è anche colpa di un catasto non aggiornato, ma non per questo bisogna tartassare il cittadino di un balzello che ha il solo scopo di far quadrare un bilancio che per legge, per l’87,50 per cento dovrebbe essere a carico della Regione.

“Non c’è un piano – conclude Calogero Emanuele – non c’è una programmazione, né una pianificazione degli interventi da eseguire sui territori interessati. Noi vogliamo salvare la forza lavoro del Consorzio, ma la Regione non può scaricare tutto sui cittadini. E’ necessario che il Governo e l’Assemblea Regionale affrontino il problema in maniera seria e definitiva, per evitare che in futuro i 44 euro annui, possano diventare il doppio per effetto di una legge capestro voluta dai precedenti Governi”.

Basilio Caruso

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