Comiso (Rg): seconda edizione del “Luce finita fest”

Seconda edizione del “Luce Finita Fest” a Comiso. Il festival dedicato al tema della “luce, propone un format culturale ed artistico nel periodo natalizio: mostre, proiezioni, incontri, eventi musicali e teatrali si svolgeranno nei luoghi più caratteristici di Comiso (teatro, palazzi, cortili, sagrati, Galleria degli Archi) dal 27 dicembre all’11 gennaio 2020. È la prima tappa del festival che si snoderà con vari appuntamenti successivi. È organizzato dalla Fondazione degli Archi, in collaborazione con Archinet, cinestudio Groucho Marx, Factori, con il patrocinio del comune, della Fondazione Bufalino e della Fondazione Arch. Il direttore artistico è Nunzio Andrea Zago.

Una ”luminaria” artistica, realizzata su disegno dell’artista Gianni Robustelli, è stata installata all’interno del cinema Vona, il più antico della provincia tuttora esistente, realizzato nel 1934 da don Peppino Vona. Eccezionalmente, il cinema, attualmente in liquidazione, è stato aperto e reso visibile dall’esterno (pur se non accessibile per motivi di sicurezza), grazie alla disponibilità del liquidatore Bartolo Piccione e dell’Immobiliare Cannella. Il sottotitolo della seconda edizione è proprio “Il cinema illuminato”.

Il Cinestudio Groucho Marx organizza la sezione “Cinema Lampo / Il Cinema Vona illuminato”, preview alla II edizione di Luce Finita Fest. «È il primo appuntamento del trentennale della nascita del circolo, fondato il 13 dicembre 1990» spiega il presidente del Cinestudio, Francesco Pace.

La “luminaria”, che propone il tema de “Il Flauto magico” di Mozart, è stata inaugurata ieri sera, alla presenza del sindaco, Maria Rita Schembari. “Abbiamo seguito – spiega il direttore artistico del festival, Nunzio Andrea Zago – la vocazione originaria dei luoghi iblei come un set naturale, come spazi della luce: il cinema Vona, il più antico della provincia di Ragusa, è oggi uno degli spazi che meglio si presta ad essere “illuminato”. La Fondazione degli Archi, dirimpettaia del cinema Vona, ha voluto valorizzare un luogo storico-culturale e sensibilizzare sulla possibilità di recupero di questo antico cinema”.

Il festival è anche un omaggio a Gesualdo Bufalino, alla vigilia del centenario della nascita. Il nome del festival, infatti, richiama l’epigrafe romana che lo scrittore pose sulla sua tomba: “hic situs luce finita”. Geusaldo Bufalino fu un grande cinefilo ed un suo scritto dedicato al cinema è stato posto sulla parete del cinema Vona. “Costava una lira, nel 1935, un biglietto di loggione nel cinema Vona, a Comiso, dove io consumavo quasi ogni sera i miei primi tremanti commerci amorosi col cinema. Una lira, cioè venti soldi, che non era facile mettere insieme. Tuttavia, a costo di chiedere un prestito a un amico più quattrinato o di sfilare la somma con mani notturne dal borsellino paterno, finivo sempre col racimolarla e porgerla nel palmo aperto – obolo e sesamo di un’Ade dalle bellissime larve – alle unghie non sempre nette dell’operatore-cassiere” (tratto da: ”L’enfant du Paradis, Salarchi Immagini, 1996).

“Abbiamo sostenuto questa importante iniziativa culturale – commenta il sindaco Maria Rita Schembari – siamo convinti che bisogna salvaguardare gli antichi siti della cultura. Il comune sta valutando le possibilità di eventuali finanziamenti che possano consentire di acquistare l’antico cinema Vona. I locali, adiacenti al comune, alla biblioteca comunale, all’ex mercato ittico, con la Fondazione Bufalino ed il prossimo museo dedicato a Nino Caruso, potrebbero completare un polo culturale, nel centro storico di Comiso. È un nostro desiderio: verificheremo se sarà possibile realizzarlo”.

Salvatore Schembari, direttore della Fondazione degli Archi, aggiunge: “Il festival è ispirato, in parte contraddicendolo, a Gesualdo Bufalino. Il “cinema Vona” potrebbe salvarsi come museo vivente di un cinema d’antan, per eternare ancora a futura memoria il luogo più caro al nostro illustre e amatissimo concittadino”.

La serata inaugurale è stata affiancata dalla manifestazione “Identità”, del fotografo sciclitano Gianni Mania. Nella sede della Fondazione degli Archi, in un set fotografico improvvisato, Mania ha realizzato varie foto degli intervenuti che sono state stampate e consegnate nel corso della serata.

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