Il nuovo Palermo riparte dai giovani

Ecco perché il calcio deve fare leva sui settori giovanili: solo così si potrà sognare in grande.

La regione della Sicilia sembra progressivamente essere scomparsa dai radar del grande calcio. Anni di scelte sbagliate, di investimenti errati, di gestioni pessime. Questo poteva essere l’anno del grande ritorno, con il Palermo per tantissimi mesi al vertice della Serie B.  Poi è arrivata l’esclusione dai playoff, la penalizzazione di 20 punti per illeciti amministrativi commessi dal 2014 al 2017 e infine la estromissione dalla FIGC per inadempienze finanziarie.

Una pagina triste, l’ennesima, per tutto il calcio siciliano. Che però risorge il 24 luglio scorso, quando il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha affidato il titolo sportivo della squadra agli imprenditori palermitani Dario Mirri e Antonino Di Piazza.

Dopo tanti anni di colonizzazione il Palermo torna in mano ai palermitani che con passione e orgoglio, perché si deve avere orgoglio per difendere i nostri colori, ha fatto in modo che il calcio a Palermo potesse rinascere e riavvicinare i tifosi allo stadio“, cosi ha detto Leonardo Guarnotta, ex presidente del tribunale di Palermo che ha partecipato alle discussioni sul futuro della squadra. E di questo ora si deve parlare. Di futuro, di Palermo e quindi di giovani. E ricreare un movimento diffuso e florido.

Quello, per intenderci che aveva portato alla squadra dei “picciotti”, con Gaetano Vasari, che riuscì a portare in A i rosanero dopo trenta anni di astinenza, oppure di Emanuele Calaiò che aveva iniziato proprio alla scuola calcio palermitana della Panormus, prima di andare al Torino. E un pezzo di Sicilia, nella prossima Serie A, tornerà ad esserci. E sarà rappresentata da Simone Lo Faso, seconda punta classe 1998 che dopo essere cresciuta nel Palermo e aver fatto esperienza in Toscana, tra Siena e Fiorentina, eccolo in Puglia, al Lecce, per far rimanere i giallorossi in Serie A. “Tutti conosciamo il suo valore, è un nostro patrimonio e lui sa la nostra considerazione nei suoi confronti. Era andato a Firenze con delle aspettative, purtroppo è stato parecchio sfortunato ma quando è tornato l’abbiamo riaccolto con piacere”, così parlava a marzo il direttore sportivo del Palermo Rino Foschi.

È da qui che si deve ripartire, perché i giovani sono il motore del calcio. Lo dimostrano soprattutto Pescara, Vicenza ed Empoli, che hanno formato e fatto approdare in Serie A più di dieci giocatori. Con un guadagno incredibile e quindi un chiaro incentivo alle casse del club, come evidenzia una infografica sui talenti della Serie A elaborata dal sito di scommesse sportive Bwin.

E la nuova gestione del Palermo sembra voler seguire proprio questa via. Lo ha rivelato il nuovo responsabile del settore giovanile, Rosario Argento: “Dovremo ripartire dalle basi pur non essendoci una vera e propria base, io stesso mi occuperò dell’organizzazione del settore giovanile, intessendo qualche affiliazione con le maggiori scuole calcio di Palermo come il Ribolla, il Calcio Sicilia e la scuola calcio di Giacomo Tedesco”.

Ricreare le basi di un calcio giovanile è la prima pietra di questo nuovo corso. Solo così infatti potremo tornare a sognare in grande. A sognare la Serie A.

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