Ragusa: tentato omicidio, un fermo

Stava per essere ucciso per uno sguardo che era sembrato inopportuno. È successo a Ragusa dove un uomo, mentre stava mangiando un panino in un camion-bar e ha incrociato lo sguardo di un uomo che, infastidito, gli ha chiesto “chi talii? (cosa guardi?)”.

Da uno stupido sguardo l’autore ha avvicinato la vittima e, dopo poche parole, ha estratto un coltello ferendolo all’addome. Il medico legale incaricato dalla procura della repubblica, dopo un’attenta analisi di tutti i dati raccolti dalle isite mediche, ha stabilito che la coltellata sarebbe potuta essere mortale.

Per il tentato omicidio dell’uomo gli agenti hanno notificato la misura cautelare in carcere all’indagato già detenuto per altra causa. Le manette sono state messe ai polsi di G.R., 37enne di Vittoria.

I fatti si sono verificati lo scorso 15 giugno nel piazzale di Vittoria, noto a tutti come ex campo di concentramento. G.R., arrestato dagli agenti, si era infastidito per uno sguardo a lui sembrato di troppo. L’avventore, però, ha risposto che non stava guardando lui ma G.R., non pago per la risposta ricevuta, decideva di avvicinare la vittima e ha iniziato con lui una discussione verbale.

Un amico ha tentato di farlo desistere ma questi ha cercato a tutti i costi lo scontro fisico. Nonostante i tentativi dell’amico di “spegnere” la lite sul nascere, estraeva un coltello colpendo la vittima.

Dopo la coltellata si è registrato un fuggi fuggi generale, in primis l’autore del reato e il suo amico, così come le mogli di questi ed altri avventori.

La vittima, con la maglia insanguinata, chiedeva aiuto ai presenti ma avendo riportato ferite soltanto all’apparenza artificiali, ha preso l’auto da solo per recarsi al pronto soccorso. Nessuno ha chiamato le forze dell’ordine, nemmeno la vittima, ma tutti avevano visto quanto era successo.

Una volta giunta in ospedale, la vittima ha riferito ai medici di essersi fatto male accidentalmente. Gli uomini della volante non hanno creduto alla versione riferita.

La vittima non aveva una ferita superficiale, pertanto i medici decidevano di sottoporlo ad un intervento chirurgico. Da alcuni elementi è stato possibile comprendere che l’uomo era stato proprio al piazzale dove è parcheggiato il camion dei panini e sono stati esaminati gli impianti di video sorveglianza.

Dopo meno di due giorni gli agenti della squadra mobile hanno dato avvio ad altre tipologie di attività di indagine. il medico, il giorno dopo la coltellata inferta, ha dato avvio ad un’indagine scientifica per ricostruire l’esatta dinamica del fendente inferto alla vittima per poter stabilire se la coltellata avesse potuto ucciderlo o meno. Un discrimine necessario per le indagini

Al suo risveglio, la vittima ha ammesso di aver avuto una lite con g.R. che conosceva solo di vista. L’uomo ha riferito di non aver subito raccontato quanto accaduto non perché avesse fatto qualcosa di illecito, ma perché temeva di denunciare.

Anche i testimoni temevano di denunciare quanto accaduto, difatti nessuno aveva chiamato il numero di emergenza e nessuno aveva raccontato alcunché. Il giorno dopo la lite, la squadra mobile e il commissariato di Vittoria hanno convocato diverse persone che inizialmente erano reticenti.

Davanti all’evidenza dei fatti e alle immagini di videosorveglianza non hanno potuto fare altro che raccontare quanto realmente accaduto.

 

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