Polizia: da oggi i nuovi distintivi di qualifica

Da oggi agenti, sovrintendenti, ispettori, commissari e dirigenti della polizia di Stato vestiranno segni distintivi propri dell’istituzione, disegnati da un esperto di araldica.

“Abbiamo ritenuto che fosse arrivato il tempo di svincolarci dai gradi militari e appropriarci di segni distintivi che rimarcassero la nostra identità di amministrazione civile ad ordinamento speciale – ha detto il capo della polizia, Franco Gabrielli – Non per segnare la distanza dal mondo militare, al quale riconosciamo uno straordinario patrimonio di professionalità e competenza, ma solo per rimarcare la nostra identità di amministrazione civile”.
I nuovi distintivi, disegnati dall’esperto di araldica Michele D’Andrea, sono accomunati dalla presenza dell’aquila dorata che torna ad avere le ali spiegate, richiamando così quella adottata per la prima volta nel 1919 e di cui ricorrerà il centenario.

Tra i principali nuovi elementi grafici introdotti: il plinto araldico, elemento che individua agenti e assistenti, costituito da una barretta orizzontale di colore rosso a rappresentare la struttura portante delle fondazioni di un edificio; il rombo, che individua i sovrintendenti, con il suo profilo fusiforme richiama una punta di lancia simbolo di un dinamismo operativo temperato dall’esperienza; il pentagono, che individua gli ispettori, già introdotto con la Legge 121/1981; la formella, che caratterizza i funzionari, rivisitazione di quella realizzata dallo scultore quattrocentesco Lorenzo Ghiberti, vuole essere un richiamo alla bellezza e all’eleganza che contraddistinguono l’inestimabile patrimonio di civiltà e cultura del nostro Paese.

Ieri 11 luglio, giornata nella quale ricorre l’anniversario dell’istituzione della Polizia di Stato, prima forza di Polizia, si è tenuta a Roma, presso il Palazzo della Consulta alla presenza delle più alte cariche istituzionali la cerimonia ufficiale di presentazione dei nuovi distintivi di qualifica. Dopo quasi quarant’anni dalla legge di riforma, in modo tangibile, si riafferma nella forma e nella sostanza l’identità della Polizia di Stato, quale amministrazione civile ad ordinamento speciale, che ha sublimato i valori ai quali profondamente crede nel motto “sub lege libertas”. Fu la legge 121 del 1981 a ridisegnarne lo status giuridico segnandone il distacco dal mondo militare.

Con tale riforma la Polizia di Stato, in estrema sintesi, si apre alle donne, prevede una maggiore specializzazione attraverso selezioni sempre più rigorose e corsi di formazione prodromici a professionalità differenziate, cambia i nomi dei gradi che vengono ristrutturati ed arricchiti dal ruolo ispettori anello di congiunzione tra dirigenti e collaboratori. Un’epocale conquista che andava suggellata attraverso un segno visibile che ricordasse a tutti, appartenenti e non, il significato profondo di una trasformazione lunga, laboriosa, e fortemente voluta. Ed è proprio, recuperando tale spirito riformista che l’uniforme di oltre 98.000 poliziotti da oggi cambierà aspetto, vestendo i nuovi distintivi di qualifica.

Ali spiegate, zampe libere e divaricate disposte ai lati della coda folta e stilizzata come il restante piumaggio, testa rivolta a sinistra ornata dalla corona murata di cinque torri, scudo sannito con il monogramma RI in petto. L’aquila continua ad esprime il legame identitario, il coraggio e la dedizione con cui quotidianamente ciascun poliziotto difende diritti e libertà.

Compaiono invece per la prima volta, a caratterizzare le diverse qualifiche: il plinto araldico,costituito da una barretta orizzontale di colore rosso che rappresenta la struttura portante di un edificio, per gli agenti ed assistenti; il rombo dorato, con il suo profilo fusiforme che ricorda la punta di una lancia simbolo del dinamismo operativo temperato dall’esperienza, per i sovrintendenti; la formella, alto esempio di architettura gotico-rinascimentale, richiamo alla bellezza ed all’eleganza proprie del patrimonio di civiltà e cultura del nostro Paese, per i funzionari.

I distintivi uguali per tutti i ruoli differenziano le funzioni tecnico-scientifiche, tecniche e le attività professionali attraverso il diverso colore delle mostreggiature.

 

 

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