Siracusa: si conclude la terza edizione della manifestazione con il focus sui minori migranti

Sono stati pediatri, giornalisti, artisti, giovani e anziani, provenienti da diverse regioni italiane, ma anche da località d’oltreoceano, a dare consapevolezza, nei loro interventi, alla voce dell’innocenza dei bambini, incentrando sui piccoli migrantj e le loro esigenze di cura, a Siracusa, le varie sessioni della Terza edizione di “Narrazione circolare. Pediatria differente”, il progetto patrocinato dalla Simpe, la Società italiana Medici Pediatri.

Fornendo, altresì, indicazioni su quei servizi socio-assistenziali che dovrebbero ruotare attorno alle loro esistenze, quelle delle loro famiglie e delle comunità che accolgono, “sconvolte” da cambiamenti repentini, da approcci approssimativi, da antitesi culturali che non facilitano l’integrazione.

La scelta della città siciliana, crocevia del Mediterraneo, hanno ribadito gli organizzatori, come location dell’interattivo simposio, non è stata casuale, bensì motivata dalla connotazione inclusiva del territorio, a forte vocazione marinara e teatro, nel tempo, di diversi sbarchi.

Oltre alle relazioni scientifiche, che hanno aperto lo sguardo sulle nuove frontiere della medicina di base e specialistica, a veicolare i messaggi più incisivi sull’argomento sono state le testimonianze di chi ha vissuto sulla propria pelle i “viaggi della speranza”, di chi li racconta ogni giorno e di chi assiste gli immigrati sulla terraferma, come i giovani della Young Caritas.

Toccante è stato l’invito alla “pace” e all’umanità di Mamadou Kouassi, giovane ispiratore del film “Io Capitano”, diretto da Matteo Garrone. “La mia è una storia che finisce bene, ma che ci induce alla riflessione- ha detto Mamadou- che ci porta ad elaborare anche rabbia, paura, amarezze. E’la storia di un sogno e anche nei sogni, purtroppo, ci sono le difficoltà, gli ostacoli. Per questo il film diventa uno strumento per insegnare ai giovani, ma in genere a tutte le persone, che dobbiamo essere pronti a superarli gli ostacoli che la vita ci pone contro, per cambiare le cose ed essere in grado di costruire un mondo nuovo, multiculturale”.

L’accoglienza fa bene- ha concluso Mamadou- quando le persone sono indirizzate, vengono incluse nella società, tutto diventa più semplice”. “Con Narrazione circolare- ha concluso Francesco De Luca, pediatra, ideatore del format- abbiamo voluto portare la testimonianza del bambino che corre, il ponte della verità in movimento.  Abbiamo scelto di focalizzarci, in questa tappa siciliana, sui bambini migranti perché è impossibile ancora tollerare discriminazioni per colore, razza, religione. Il bambino è bambino universalmente. Noi abbiamo il dovere di costellare di abbracci le loro esistenze. Simbolicamente, durante i nostri incontri portiamo con noi la sagoma in legno di un albero della vita, sulle cui foglie e rami, chiediamo a tutti gli ospiti di lasciare le proprie impronte colorate, a significare che ognuno di noi può lasciare il segno nella vita degli altri, contribuendo a migliorarla”.

 

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