Palermo: diritti umani e inclusione sociale attraverso l’arte

L’Ersu di Palermo insieme a Spazio acrobazie, ha avviato un accordo di programma per diritti umani e inclusione sociale attraverso l’arte contemporanea. L’obiettivo è di produrre cambiamento attraverso una metodologia artistica che mira a coinvolgere nelle attività le persone detenute e in esecuzione penale esterna che si stanno reinserendo nel tessuto sociale.

Questo è il percorso che il presidente ERSU di Palermo, Michele D’Amico e la presidentessa dell’associazione culturale acrobazie, Elisa Fulco. Intendono perseguire con l’accordo di programma sottoscritto questa mattina presso la presidenza dell’Ersu di viale delle Scienze, a Palermo.

“L’accordo – dichiara Elisa Fulco – segna l’avvio di una collaborazione che mira a produrre cambiamento riattivando la residenza universitaria attraverso un presidio artistico costante e una programmazione culturale che ha tra gli obiettivi l’inclusione sociale e la valorizzazione dei talenti e delle differenze. L’intento è quello di creare un nuovo senso di comunità capace di raccogliere e mettere a sistema le migliori energie cittadine per dare slancio e visibilità ad un luogo di grandi potenzialità nel cuore di Palermo”.

“Spazio acrobazie – dichiara Michele D’Amico – laboratorio produttivo e di riqualificazione attraverso la mediazione artistica con la volontà del consiglio di amministrazione dell’Ersu, coinvolge adesso anche gli studenti universitari, offrendo loro nuove opportunità di formazione e conoscenza, contribuendo a valorizzare così il ruolo delle residenze universitarie e facendole diventare anche luogo di concreta integrazione sociale: studenti e territorio si avvicinano anche attraverso momenti di condivisione culturale, con la pratica artistica e l’arte contemporanea, per contribuire a migliorare la nostra società”.

L’associazione nasce nel 2016, adottando la cultura come strategia di progettazione e di comunicazione per promuovere inclusione sociale, pari opportunità, sviluppo economico e responsabilità sociale d’impresa all’interno di istituzioni profit e no-profit: raccoglie l’esperienza dell’omonimo progetto Acrobazie, curato da Elisa Fulco e promosso da Uni Credit Group che dal 2003 al 2011 aveva coinvolto sei artisti contemporanei all’interno dell’atelier di pittura Adriano e Michele, presso il centro di riabilitazione psichiatrica San Colombano al Lambro (Milano).

Nel 2018 crea, insieme a Ruber contemporanea, il progetto L’arte della libertà, a cura di Elisa Fulco e Antonio Leone, destinato ai detenuti della casa di reclusione Calogero Di Bona – Ucciardone di Palermo, avviando un laboratorio artistico e un ciclo di workshop con l’artista Loredana Longo.

Nel 2019 cura la giornata finale del progetto europeo Art & social change (2016-2019), programma formativo attraverso l’arte contemporanea destinato agli operatori socio-sanitari. Nel 2020 vince la IX edizione del bando Italian Council con il progetto l’habit habitè dell’artista Sissi. Dal 2021 è tra i partner del progetto europeo Graffiti Art prison (GAP). Nel 202 vince la X edizione del bando italian council con il progetto “The swing of ingustice” dell’artista Anila Rubiku, esposto nella biennale di arte e architettura di Vierzon (settembre 2022).

L’associazione attualmente è capofila del progetto “Spazio acrobazie. Laboratorio produttivo e di riqualificazione attraverso la mediazione artistica (2022-2025) a cura di Elisa Fulco e Antonio Leone, ideato insieme all’associazione ruber.contemporanea e sostenuto da fondazione “Con il sud” e fondazione Sicilia, che mette insieme cultura, salute e mondo della detenzione e prevede il coinvolgimento di artisti contemporanei nella produzione di opere d’arte e nella riqualificazione delle carceri (Ucciardone e il carcere minorile Malaspina) e interventi di giustizia ripartiva sul territorio con i detenuti in esecuzione penale esterna, sia a Palermo che in altri luoghi del territorio siciliano.

Il progetto prevede la realizzazione di uno spazio artistico che dia vita ad un polo culturale, i cui spazi non rimandino alla malattia e al degrado, ma ad un centro sperimentale di creatività: cerniera tra il dentro e il fuori, che funzioni sia come catalizzatore delle migliori risorse professionali e culturali del territorio, che come spazio di “messa alla prova” per innovativi percorsi di riabilitazione e di inserimento lavorativo”.

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