Palermo: confiscato il patrimonio di Carmelo Lucchese

Il patrimonio di Carmelo Lucchese, noto imprenditore operante nel settore della grande distribuzione alimentare, è stato sequestrato su disposizione del tribunale di Palermo. I beni finiti sotto sequestro hanno un valore di circa 150 milioni di euro. L’operazione è stata eseguita dai finanzieri del comando provinciale di Palermo.

Oggetto della confisca di primo grado sono, tra le altre cose, le quote societarie e il compendio aziendale della Gamac Group srl che, all’epoca del sequestro, gestiva 13 supermercati tra Palermo e provincia (Bagheria, Carini, Bolognetta, San Cipirello e Termini Imerese).

Nel frattempo i supermercati sono stati ceduti a terzi dall’amministratore giudiziario nell’ambito delle linee guida approvate dal tribunale e oggetto della confisca. Sulla base degli accertamenti della finanza, l’Autorità giudicante ha ritenuto che l’imprenditore, seppure non organicamente inserito nell’organizzazione criminale, sia da ritenersi colluso al sodalizio mafioso, posto che il medesimo ha operato almeno dal 2004 sotto l’ala protettiva di Cosa Nostra, in particolare la famiglia di Bagheria, traendone vantaggio per scoraggiare la concorrenza anche con atti di danneggiamento, acquisire imprese concorrenti, risolvere le problematiche insorte nella gestione delle sue imprese, comprese quelle relative ai rapporti di lavoro con i dipendenti, dirimere controversie con i propri soci ottenendo in loro pregiudizio la possibilità di rilevare l’impresa contesa e beneficiando di una dilazione dei pagamenti; evitare il pagamento del pizzo nella zona di Bagheria e, grazie alla mediazione della locale famiglia mafiosa, contrattare la messa a posto con altre articolazioni palermitane del sodalizio mafioso.

In coincidenza temporale con i più significativi interventi di Cosa Nostra in proprio favore, l’imprenditore ha registrato una crescita esponenziale del fatturato aziendale, trasformato da piccola impresa familiare in un impero economico, arrivando a fatturare oltre 90 milioni di euro nel 2020. L’indagine testimonia, inoltre, le nuove e sempre più sofisticate modalità con cui gli imprenditori in affari con la mafia tentano di proteggere il proprio patrimonio.

L’impero imprenditoriale accumulato dall’uomo era stato devoluto ad un trust. Dall’approfondimento della documentazione acquisita, dalle evidenze raccolte dai finanzieri, è emerso che il trust era un mero espediente fittizio per schermare la titolarità delle proprietà. Il proposto aveva trasferito solo sulla carta tutti i poteri gestori sui beni al trustee, ma nella realtà non ne aveva mai perso il controllo e la disponibilità.

Solo negli ultimi 18 mesi all’esito di indagini penali o di prevenzione condotte dalle fiamme gialle palermitane sono stati confiscati beni per oltre 400 milioni di euro nei confronti di imprenditori collusi con Cosa Nostra. Oltre al provvedimento ora eseguito nei confronti di Carmelo Lucchese, si ricordano, tra le altre, la confisca definitiva del patrimonio di un imprenditore leader in provincia di Palermo (valore stimato di oltre 100 milioni di euro); di primo grado in sede penale disposta dal tribunale di Palermo per circa 46 milioni di euro (febbraio 2022) nei confronti degli indagati dell’operazione All in, che ha fatto emergere le modalità di infiltrazione mafiosa nel settore della gestione dei giochi e delle scommesse. Un’altra confisca è stata di 3,5 milioni di euro (nel maggio del 2021) nei confronti di due imprenditori del settore del commercio, coinvolti in indagini per usura; definitiva di prevenzione per oltre 100 milioni di euro (dicembre 2020) nei confronti di uno storico imprenditore del settore immobiliare.

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