Sicilia: nominata la nuova segreteria regionale di Rifondazione comunista

È stata nominata la nuova segreteria regionale siciliana del partito Rifondazione comunista. Sono così stati decisi i nuovi incarichi operativi in seno alla segreteria regionale del partito della rifondazione comunista della Sicilia.

Nel corso della riunione del comitato politico regionale siciliano del Prc, svoltasi ieri in videoconferenza, si è proceduto, dopo un ampio e articolato dibattito, alla designazione dei componenti della nuova segreteria siciliana che affiancherà il neo segretario Nicola Candido e il tesoriere Maurizio Fazio.

Candido, nella sua relazione, ha tenuto a precisare quanto importante sia oggi una gestione unitaria del partito in grado di affrontare le sfide del presente e del futuro, a partire dalla mobilitazione per la pace e contro la guerra, del peggioramento delle condzioni di vita dei ceti popolari, colpiti prima dalla cirsi pandemica e ora dalle conseguenze della guerra ucraina, alle prossime elezioni regionali siciliane dove il PRC è immepgnato nella costruzione di un’alternativa ai poli esistenti. Il comitato poitico regionale siciliano, su proposta del segretario, ha approvato l’assetto organizzativo.

Nicola Candido, segretario, manterrà la delega alla sanità; Fabio Cannizzaro si occuperà dell’organizzazione e della cultura; Alessandra Cappello, invece, si occuperà di ambiente, energia e beni comuni; Marco Giordano curerà il coordinamento della segreteria e quello dei rapporti con circoli e federazioni oltre la scuola, l’università e la ricerca; Andrea PRestianni seguirà la mobilità regionale, gli enti locali, il PNRR e le attività dell’Ars e Mario Pugliese, infine, si occuperà di lavoro e vertenze territoriali.

Candido, nella sua relazione, ha tenuto a precisare quanto importante sia oggi una “gestione unitaria del partito in grado di affrontare le sfide del presente e del futuro, a partire dalla mobilitazione per la pace e contro la guerra, dal peggioramento delle condizioni di vita dei ceti popolari, colpiti prima dalla crisi pandemica e ora dalle conseguenze della guerra.

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