Palermo: individuati i comuni per le zone franche montane

La giunta regionale ha approvato l’individuazione dei Comuni che rientrerebbero per le loro caratteristiche nelle zone franche montane e che possono usufruire, dunque, della fiscalità di vantaggio. Adesso il parlamento nazionale dovrà approvare la legge che le istituisce in Sicilia. A comunicarlo è Pagana di Attiva Sicilia tramite le deputate Ars Elena Pagana e Angela Foti

Sono 159 i comuni siciliani che rientrano nelle zone franche montane. “A dicembre 2019, l’Ars aveva approvato il progetto di legge con il quale sono stati individuati i parametri di individuazione per le zone franche montane – aggiunge Pagana –  in sostanza con quel voto il parlamento siciliano ha stabilito quali sono le caratteristiche che un comune deve avere per rientrare nella denominazione di Zfm e che su questa base possono usufruire di misure di contrasto allo spopolamento e alla deriva socio economica.

A quel punto, individuati i parametri l’assessorato ha avviato l’individuazione dei comuni che vi rientrano. Adesso abbiamo un elenco che comprende i primi 117 comuni ai quali si aggiungeranno presto gli altri 42. Che si tratti di centri montani con meno di 15.000 abitanti, il cui territorio è almeno per il 50% al di sopra dei 500 metri sul livello del mare. Per l’ennese, ad esempio, su 20 comuni, già 8 sono individuati come ricadenti in zone franche montane e a questi si aggiungeranno altri 7 comuni”.

“Il gruppo Attiva Sicilia ha sempre sollecitato questa misura ritenendola una norma di contrasto allo spopolamento – sottolinea Foti – Adesso spetta al parlamento nazionale dare un segnale di reale e forte interesse verso la Sicilia con l’istituzione della Zfm”.

“Abbiamo sostenuto da sempre la necessità di contrastare il declino delle nostre aree interne e l’istituzione delle zone franche montane, come uno degli strumenti da mettere in campo. Sulle misure di contrasto allo spopolamento, approvate dalla giunta regionale – concludono Pagana e Foti – aspettiamo la legge nazionale e sappiamo che servono investimenti, con una visione nuova delle aree svantaggiate del Mezzogiorno, che abbiamo tracciato nella legge-voto ferma a Roma”.

 

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