Catania: maltrattamenti familiari e lesioni aggravate, un arresto

È finito in carcere un uomo di Catania accusato di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate. Le indagini condotte da una squadra di magistrati qualificati sui reati che riguardano la violenza di genere, hanno fatto luce sulla condotta persecutoria posta in essere nel tempo dall’uomo nei confronti della moglie di 48 anni.

La coppia si era sposata nel 1999 dopo un fidanzamento di 6 anni. Anche gli anni di fidanzamento erano costellati da numerosi episodi di violenza fisica ai danni della dona da parte del compagno che, abitudinariamente, era solito inveire nei suoi confronti prendendola a schiaffi per futili motivi, rivolgendosi anche nei confronti dei propri figli definendoli “bastardi”.

La relazione fra i due è sempre stata caratterizzata da queste manifestazioni di particolare violenza da parte dell’uomo, ma è negli ultimi mesi che quest’ultimo aveva ulteriormente inasprito, per violenza e frequenza, i maltrattamenti nei confronti della moglie.

Nello scorso mese di aprile, infatti, avendo intuito che la moglie stava inviando un telefono cellulare, le ha sequestrato il telefonino e dopo averla fatta sedere su una sedia della cucina l’ha presa ripetutamente a schiaffi puntandole contro un coltello da 30 centimetri, alla presenza dei bambini continuando a minacciarla dicendo: “ti ammazzo e faccio pezzi così piccoli di te da dare da mangiare ai cani! Ammazzo te e tutta la tua famiglia! Vi faccio saltare in aria nella casa….Sei una prostituta, puoi andare a battere sui marciapiedi perché ti butto fuori casa!!!”.

Dopo alcune ore di violenza familiare, la donna ha confidato al marito il nome del suo interlocutore telefonico, acuendo l’ira del coniuge che l’ha percossa di nuovo. Nel mese di giugno la vittima, stanca del proprio menage familiare, mentre si recava con il marito a prendere i figli dai nonni, ha esternato la propria decisione di trasferirsi almeno in via temporanea nell’abitazione dei propri genitori scatenando la furia del marito che l’ha spinta fuori, lasciandola sul ciglio della strada e quindi allontanandosi.

La donna aveva vagato per le campagne chiedendo infine aiuto ad un camionista di passaggio ma il marito, che evidentemente la spiava da lontano, era nuovamente e tempestivamente intervenuto gridandole “brava…te ne saresti andata con il primo che capita!.”. sembrava che tutto fosse scemato, ma poco dopo l’uomo ha fatto nuovamente scendere la moglie dall’auto tentando quindi di investirla più volte e le si è avvicinato intimandole di mettersi in ginocchio e, a questo punto, l’ha violentemente percossa con calci e pugni.

L’odissea patita dalla vittima non ha ancora avuto il suo epilogo perché era riuscita a riappropriarsi del cellulare con il quale ha avvertito il figlio che, a sua volta, ha dato l’allarme ai parenti che si sono messi subito alla loro ricerca. Il fratello della donna, in auto con la figlia della stessa, era riuscito ad intercettare l’auto del cognato nei pressi del bivio Iannarello, tra Catania e Ramacca, dove l’uomo, stante anche l’intervento dei carabinieri, ha finalmente deciso di fermarsi.

Le indagini condotte dai carabinieri di piazza Verga, sulla scorta della denuncia sporta lo scorso 25 giugno dalla donna, hanno consentito di acquisire i gravi indizi di reità che hanno determinato l’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Catania.

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