Messina: servizio spazzamento, interviene la Fit Cisl

Un appalto ponte, nelle more dei bandi, ma non la esternalizzazione del servizio di spazzamento. È la posizione della Fit Cisl Messina che attraverso una lettera del segretario generale Letterio D’Amico, della segretaria aziendale Rosaria Perrone e delle Rsu Giovanni Burrascano e Piero Martino, hanno chiesto un incontro al presidente e al direttore operativo della Messina Servizi Bene Comune.

“Siamo consapevoli che il porta a porta, soprattutto inizialmente, comporta maggiori costi per gli investimenti necessari (contenitori e maggior numero di mezzi) e per far fronte ad un periodo di adeguamento ai nuovi comportamenti che richiede molti interventi extra per discariche abusive, materiale non conforme – scrivono – ma leggendo il Piano economico finanziario non appare chiaro dove siano i 10 milioni euro che si vogliono utilizzare per esternalizzare lo spazzamento”.

Dalla pianta organica di 153 unità operative per ognuna delle tre zone in cui stata divisa la città per svolgere i servizi di raccolta e spazzamento (quindi circa 460 lavoratori) si dovrà arrivare a 714 unità lavorative, di cui 198 per lo spazzamento. “Ma come e quando? Nel prospetto dei costi per il personale nel triennio 2021-2023 viene scritto che alle 70 unità utilizzate nello spazzamento se ne aggiungeranno altre 128 da assumere nel 2021, ma non si capisce con quale criterio di passaggio da tempo determinato ad indeterminato, per arrivare a 198 unità. Ma contemporaneamente si prevede un bando per far svolgere questo servizio interamente all’esterno con 10 milioni di euro. Con quali soldi? O si assume o si esternalizza. E i 70 lavoratori della Messina servizi oggi adibiti allo spazzamento passano alla ditta esterna?”.

Domande che la Fit Cisl ha rivolto ai vertici dell’azienda affinché facciano conoscere quale è il piano industriale nel quale è scritto il percorso che l’azienda seguirà per consolidare un sistema di raccolta e spazzamento, in che tempi, con che cronoprogramma. “E vorremmo capire anche se aumenteranno i costi del servizio a copertura dei servizi resi e definiti nel contratto di servizio. L’aumento dei costi con il porta a porta si tramuta in un incremento della TARI per i cittadini, quindi il comune ha l’obbligo di spiegare nel dettaglio come si forma questa TARI alla luce dei maggiori e/o migliori servizi offerti”.

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