Capo d’Orlando: chiude quest’anno scolastico tra Dad e voglia di socialità

Negli ultimi dieci anni Capo d’Orlando ha conseguito un numero sempre maggiore di Istituti scolastici. Un territorio che si estende per soli 14,43 km quadri, ospita ad oggi i seguenti istituti:

Istituto Comprensivo N.1 Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Istituto Comprensivo N.2 Giovanni Paolo II, Liceo Lucio Piccolo, Istituto d’Istruzione Superiore F.P. Merendino, Istituto Paritario Liceo Scienze Umane E. Scibilia.

Da febbraio 2020 (in ogni comune italiano) scuole, insegnanti, genitori, alunni e tutto il personale coinvolto nel mondo accademico scolastico, ha dovuto ristabilire nuovi equilibri, causati da incalzanti decreti e nuove disposizioni sanitarie. Certamente non è stata cosa semplice per nessuno, meno ancora per ragazzi e bambini. Distanziamento sociale, nuova programmazione in DAD, mascherine sul volto durante la frequenza. Ogni ordine e grado ha dovuto disporre una nuova programmazione e affidarsi a nuovi modi di operare spesso altalenanti.

Per le scuole materne i cambiamenti non hanno inciso in maniera drastica. Le elementari e le medie hanno dovuto alternare mesi di lockdown a settimane di rientro con frequenza. I genitori residenti nel comune orlandino hanno reagito tutti con spirito di giudizio ma con opinioni differenti. Dal resoconto delle interviste alcuni di essi si sentivano più tutelati nel tenere i propri figli a casa, altri invece si sono sentiti ostacolati nella sana crescita cognitiva e fisica dei propri figli. “Non ritengo corretto dover imporre un sistema di insegnamento che utilizza la DAD come canale educativo per un bambino che proprio a questa età deve confrontarsi attraverso un contatto diretto con gli altri compagni” discordanti le opinioni spesso con risposte incerte.

I dirigenti scolastici delle elementari e medie hanno dovuto rivedere in pochissimo tempo sedi e località dove poter dividere le numerose classi. La sede di Piscittina è stata divisa e spostata per ben due volte, ma anche altri plessi hanno dovuto affrontare la medesima sorte. Alla fine di quest’anno scolastico le scuole elementari di Capo d’Orlando possono affermare di aver maggiormente lavorato in presenza con una certa serenità.

I licei di Capo d’Orlando invece si sono visti svuotate le loro aule e da fine febbraio gli alunni hanno dovuto accettare un’altalena settimanale che li posizionava per metà numero a casa e l’altra metà a scuola. Sono loro quelli che hanno subito i maggiori disagi: bambini ed adolescenti. Spesso nelle classi le lezioni in collegamento non davano la giusta linea e seguire le lezioni in questi termini non era cosa semplice per nessuno. Gli insegnanti hanno dovuto raddoppiare il loro lavoro tra verifiche e nuova programmazione telematica. Un paio di volte i diversi istituti hanno dovuto chiudere qualche giorno per sanificare le aule e poter ripartire.

I ricordi di questi ultimi mesi tra i corridoi  dei licei e i cortili delle scuole sono quelli di giovani con le mascherine, assetati di vita sociale. Li vedi ammassati nella piazza alla prima apertura al pubblico. Privati del loro primo istinto, i bambini delle elementari non vogliono saperne di fare DAD e si stancano facilmente nell’affrontare una lezione in chat; gli adolescenti invece hanno aumentato i loro tempi trascorsi con il telefonino e accelerato il loro attaccamento ai social.

Nei primi fine settimana di giugno le maggiori vie orlandine pullulavano dei “suoi giovani” rivolti al riaffiorare di una libertà che non è chiara nel suo manifestarsi.

Li ritrovi più ammassati di prima, sul lungomare, nei bar, con una voracità maggiore nel volersi godere la vita. La birra in mano, i pantaloni corti, gli scarponi ai piedi e voglia di tornare a godere di una piena vita sociale.

Di certo non si può privare la gioventù dell’istinto all’incontro e Capo d’Orlando è tra i primi comuni di tutta la Sicilia con maggiore incidenza anagrafica di giovani residenti. Una sfida educativa che non è facile affrontare per nessuno. Famiglie, ristoratori, ed in primis le scuole che, con il loro operare, saranno le prime artefici delle conseguenze occupazionali ed educative dell’imminente futuro.

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