Messina: personale stabilizzato all’ASP, dura posizione della Fp Cgil

E’ una posizione netta quella assunta dal segretario generale della FPCGIL Francesco Fucile e dal segretario provinciale con delega alla Sanità, Antonio Trino, i quali sostengono che con delibera n.2062/DG del 14 giugno “si stabilizza personale che non ha i requisiti della precarietà e per farlo si revocano ben due incarichi di dirigenti delle professioni sanitarie, ai quali, anzitempo, viene dato il benservito per creare il posto in pianta organica.

Noi non siamo contro i due lavoratori ai quali il Dr Alagna vuole oggi riconoscere quella stabilizzazione che il suo predecessore Dr La Paglia negò esattamente per la mancanza del requisito della precarietà – affermano Fucile e Trino -, ma non possiamo accettare che venga leso il diritto legittimo di altri due lavoratori che si vedono buttati fuori senza colpa alcuna. Ricordiamo che ai tempi vi fu anche un’interpellanza in VI Commissione Sanità all’ARS sul caso della mancata stabilizzazione di questi due lavoratori e non ci risulta che le motivazioni del Dr La Paglia siano state in quella sede impugnate, ed è pacifico che lo stesso Assessorato Regionale emanò il 16 febbraio 2021 una specifica nota, la n.8927, che ricalcava quanto acclarato dal Consiglio di Stato nella sentenza n. 782 del 03.03.2020”.

I due dirigenti sindacali evidenziano inoltre che anche la Cassazione si è espressa sulla stessa linea, sentenziando che la stabilizzazione prevede, quale requisito fondamentale, il precariato, in linea con la ratio della norma e non può avere la finalità per fare carriera. Per Fucile e Trino è di tutta evidenza che la Stabilizzazione di questi due lavoratori, titolari presso l’ASP Messina di un contratto a tempo indeterminato in categoria inferiore, è illegittima e crea danno a coloro che sono stati revocati senza motivazione.

“Noi tuteleremo il diritto legittimo – concludono Fucile e Trino -, per cui se il management dell’ASP Messina non tornerà indietro, saremo costretti, nostro malgrado, ad impugnare la stabilizzazione e ciò porrà in serio pericolo i due lavoratori stabilizzati, i quali dovranno preventivamente licenziarsi per poter firmare la stabilizzazione stessa ed in caso di sentenza favorevole all’illegittimità dell’atto deliberativo, si ritroverebbero a non avere più un contratto di lavoro in essere”.

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