Tusa (Me): l’università di Amiens torna a scavare ad Halaesa

Archeologi dell’università di Amiens tornano a scavare ad Halaesa Arconidea a Tusa, nel messinese. È stato infatti sottoscritto un accordo integrato di gestione tra il parco archeologico di Tindari e il comune di Tusa. Questa mattina è stata sottoscritta la convenzione alla presenza dell’assessore dei beni culturali e dell’identità siciliana, Alberto Samonà, tra il direttore del parco archeologico di Tindari, Mimmo Targia e la professoressa Michela Costanzi dell’università di Amiens.

Sempre questa mattina è stato sottoscritto con il sindaco di Tusa, Luigi Miceli, l’accordo tra il parco e il comune per la gestione integrata dell’area archeologica di Halaesa Arconidea. L’accordo di collaborazione partecipata nella gestione del territorio ha lo scopo di sensibilizzare operatori e cittadini nella valorizzazione e nella migliore utilizzazione del patrimonio regionale.

La collaborazione si muove nell’ambito delle opportunità previste dal codice dei beni culturali e del paesaggio del 2004 e prevede il coinvolgimento delle realtà locali nella ricerca di soluzioni che consentano la massima fruizione del potenziale offerto dal territori. In particolare, l’accordo crea le condizioni affinché ciascuno possa sentirsi parte responsabile e integrante nel processo di crescita del territorio, a partire dal coinvolgimento delle scuole e degli studenti.

Continua l’azione di rafforzamento delle relazioni con gli enti territoriali nella consapevolezza che i parchi archeologici sono elementi centrali nella costruzione di una narrazione che ha come oggetto il territorio, la sua storia, la cultura, il paesaggio, l’economia, elementi tutti sui quali va costruita una strategia turistico culturale condivisa.

“In tutta la Sicilia si torna a scavare in una primavera dell’archeologia – sottolinea l’assessore regionale Alberto Samonà – che riallaccia relazioni e alleanze con le università di tutto il mondo. In tutte e nove le province sono in corso nuove campagne di scavi che dimostrano come l’archeologia per la Sicilia non sia celebrazione e nostalgia del passato, ma prospettiva di sviluppo futuro. Un futuro che riparte dalle radici e che trova proprio nell’unicità della nostra storia lo strumento per ricostruire il tessuto connettivo con le comunità locali e i territori. I parchi non sono realtà avulse e distaccate – precisa Samonà – ma sono la scommessa su cui costruire una storia capace di rendere unica e differente la Sicilia. Per raggiungere questo risultato occorre realizzare reti di collaborazione stabili che mettano insieme, dalla stessa parte, le istituzioni pubbliche e i privati cittadini in un patto di scopo, finalizzato al mantenimento e alla maggiore valorizzazione del patrimonio regionale. Un progetto su cui il governo regionale sta investendo molte risorse operando alla riqualificazione e all’ammodernamento dei parchi e dei musei regionali”.

“Dopo Terme Vigliatore – dice Mimmo Targia – sottoscriviamo oggi con TUsa il secondo accordo di gestione integrata per la valorizzazione del sito archeologico di Halaesa. Si tratta di una modalità operativa che mira a recuperare il valore e il ruolo degli enti locali nella gestione del patrimonio archeologico regionale che costituisce parte essenziale nella costruzione di un prodotto che deve veicolare il contesto storico-ambientale nella sua complessità. Il rapporto con i comuni, peraltro, contribuisce anche a garantire la gestione delle aree archeologiche riguardo alla manutenzione e fruizione dei luoghi, responsabilizzando le amministrazioni nell’utilizzazione degli spazi e nella sensibilizzazione delle singole comunità anche attraverso il coinvolgimento delle scuole e delle associazioni del territorio nella valorizzazione degli spazi. La convenzione con l’università di Amiesn, inoltre, con la ripresa degli scavi, ci consentirà di ampliare la conoscenza del sito archeologico, recuperando anche una relazione che lega la Sicilia alla Francia”.

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