Messina: Asp, il giudice dice no alle progressioni economiche

“Una vittoria di Pirro, per la quale c’è poco da esultare”. Così Giovanna Bicchieri, responsabile organizzativa della Cisl funzione pubblica, commenta la sentenza del giudice del lavoro dello scorso 3 maggio che ha dichiarato inesistente l’accordo del 4 agosto 2020 tra l’Asp di Messina e le organizzazioni sindacali e, quindi, illegittima la successiva intesa del 22 ottobre 2020 con Cisl Fp e Fials sulle progressioni economiche orizzontali.

“La motivazione che ha dato il giudice – spiega la Bicchieri – è che l’accordo sia stato concluso prima della fine della procedura di raffreddamento del conflitto attivata da Cgil e Uil Fsi-Usae e Nursin Gup”. Ma per i lavoratori, interessanti ai risultati, c’è ben poco da esultare perché il risultato raggiunto è quello di aver bloccato la procedura delle progressioni che avrebbe potuto già essere conclusa, con evidente danno da ritardo per i lavoratori che hanno perso l’opportunità di partecipare in tempi brevi alle progressioni economiche, così come disciplinate dall’accordo aziendale, già peraltro condiviso a suo tempo dagli stessi sindacati ostinati a voler cambiare le regole, ma che non hanno ritenuto di partecipare all’incontro del 22 ottobre 2020 per confrontarsi nel merito nell’interesse dei lavoratori, preferendo fare ricorso contro l’amministrazione per condotta antisindacale”.

La richiesta degli altri sindacati è quella di voler dare due fasce economiche orizzontali, di estendere di un ulteriore anno la permanenza nella fascia economica di appartenenza inserendo un “paletto” che esclude dalla partecipazione alla selezione quanti sono fermi nella fascia già da 2 anni. “Così si peggiore il contratto nazionale di lavoro – evidenzia Bicchieri – una scelta che non piace alla Cisl Fp, che ha sempre sostenuto di inserire il “criterio” dell’anzianità di fascia per assicurare la PEO a coloro che da anni non la percepiscono ed in particolare negli anni 2015/2016, senza tuttavia impedire la legittima partecipazione anche a coloro che hanno maturato il requisito d’accesso di 24 mesi”.

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