La camicia da uomo, storia di un capo intramontabile

La tendenza 2021 riporta la camicia da uomo in primo piano, grazie al ritorno sulla piazza di  stili di moda che hanno rappresentato i fasti degli anni ‘80; per questi motivi, non si può fare a meno di citare un marchio che ha fatto la storia di questo eccezionale indumento, capace di essere casual, formale o semplicemente adeguato a una moltitudine di modi di essere.

La camicia secondo Giovanni Candido

Non tutti sanno che il Cavaliere Giovanni Candido fu uno dei pionieri della camicia, se non il pioniere in assoluto almeno per quanto riguarda il territorio italiano; erano i primi anni del secolo scorso quando l’artigiano trasformò il piccolo laboratorio di Palermo in una società, diventando di fatto un industriale. Il risultato fu la nascita di Fenicia, la camicia di fiducia, un’azienda che cominciò  da crescere solo nel 1947 per ovvie ragioni storiche. Tuttavia, la vera svolta avvenne solo negli anni ‘60, quando il figlio di Candido, Gaspare  venne insignito dell’ incarico di direttore della produzione, una soluzione che portò i vertici dell’azienda a decidere per l’adozione di un organico che contava su ben 320 dipendenti. La Fenicia, ora rappresentata con orgoglio da Camicissima.it, si impegnò da subito per assecondare i dettami dell’alta moda e la conseguente richiesta del mercato, il tutto senza rinunciare alla tecnologia, un aspetto che ha favorito la ricerca relativamente a nuovi materiali e nuovi trattamenti degli stessi.

Negli anni immediatamente seguenti non tardarono ad arrivare i primi riconoscimenti: nel 1967 venne conferito a Giovanni Candido il premio Mercurio d’Oro in virtù dello straordinario sviluppo produttivo e tecnologico raggiunto dalla Fenicia. Negli anni ‘80 entrò a far parte dell’azienda la terza generazione della famiglia che ebbe il merito di instaurare rapporti commerciali con altri brand di indubbio valore, distribuendone le merci e ottenendo la licenza per effettuare una produzione interna: parliamo di firme del calibro di Dior, Krizia e Pierre Cardin.

La definitiva consacrazione del gruppo avvenne all’inizio del 21esimo secolo, quando nel 2004 venne lanciato il marchio Camicissima, l’alternativa retail che propone tutt’ora camicie di grande qualità e curate nei minimi dettagli.

Camicissima entra in Borsa

Stupisce il fatto che una piccola società artigiana basata esclusivamente sullo sforzo e le capacità di un sapiente artigiano possa un giorno diventare una realtà industriale capace di muovere la Borsa e con essa l’economia mondiale. Eppure, la storia ha molto da raccontare in tal senso: Camicissima rappresenta il know how italiano per quanto riguarda le produzione delle camicie e conta attualmente sulla presenza di ben 130 negozi dislocati su tutto il territorio nazionale; inoltre, in Cina sono presenti altri 200 punti vendita, mentre nel resto del mondo si possono individuare almeno 40 negozi del prestigioso marchio.

L’ingresso in Borsa del brand è da individuare nell’anno 2016, quando fu possibile approfittare di Elite, una specifica piattaforma internazionale che ha lo scopo di supportare le aziende in tutti quei progetti finalizzati alla crescita interna sotto tutti i punti di vista. La soluzione consistette in un passo importante che ha permesso al gruppo italiano di effettuare radicali cambiamenti sul piano organizzativo, di avvicinarsi ai mercati esteri e di facilitare il rapporto con gli istituti di credito più importanti.

La mission dell’azienda rispecchia quanto è stato fatto e perseguito durante gli albori, oramai risalenti a quasi un secolo addietro; l’artigianalità delle camicie non è mai stata rimpiazzata, né tantomeno messa in secondo piano da esigenze commerciali; la ex Fenicia insiste nel fabbricare capi curati nei più piccoli dettagli, nonché nell’utilizzare materiali di ultima generazione che si distinguono per l’indubbia qualità. La continua ricerca che si svolge all’interno dei laboratori contribuisce attivamente nel favorire la scoperta di nuove soluzioni capaci di sorprendere per i risultati ottenuti in termini di estetica, ergonomia ed efficienza.

Infine, è doveroso ricordare l’assiduo ricorso a tecnologie green nel pieno rispetto delle più recenti normative europee; i materiali sono naturali al 100%, mentre l’azienda insiste per trovare nel riciclo ulteriori interessanti alternative.

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