Caltanissetta: la polizia ricorda il collega Giovanni Palatucci

A Caltanissetta gli agenti della polizia di Stato hanno ricordato il poliziotto Giovanni Palatucci, vittima dei nazisti, deportato a Dachau che si adoperò per salvare centinaia di ebrei dalle persecuzioni razziali.

Per l’occasione è stato piantumato un albero di ulivo e collocata una targa commemorativa nella scuola media statale Rosso di San Secondo di Caltanissetta.

Tra le tante iniziative realizzate in tutta Italia per ricordare la figura del coraggioso poliziotto, questa mattina a Caltanissetta, il questore Emanuele Ricifari e la dirigente scolastica della scuola media Rosso di San Secondo, Bernardina Ginevra, in un’area interna all’istituto scolastico nisseno, hanno scoperto una targa commemorativa intitolata a Giovanni Palatucci.

Nell’occasionen è stato piantato un albero di ulivo donato dall’amministrazione comunale. Alla breve cerimonia hanno partecipato il prefetto Cosima Di Stani; il vescovo, Mario Russotto; il sindaco, Roberto Gambino; in rappresentanza del dirigente dell’ufficio scolastico provinciale, Sabrina Pulvirenti; la presidentessa dell’associazione E’bnei Efraim (amici di Israele), Nazzarena Condemi e rappresentanti dell’associazione nazionale della polizia di Stato.

Dopo la piantumazione dell’ulivo e la scopertura della targa, i convenuti sono stati invitati dalla dottoressa Ginevra a spostarsi nella sala teatro dell’istituto scolastico dove alcuni studenti hanno espresso delle brevi riflessioni sulla figura di Giovanni Palatucci. La cerimonia si è conclusa con i canti della professoressa Liliana Aiera.

Sono trascorsi 76 anni dalla morte dell’agente Palatucci. Era il 10 febbraio del 1945 quando il poliziotto, dopo essere stato deportato a Dachau, perse la vita dopo essere rimasto nel campo di concentramento dal settembre dell’anno precedente. Palatucci si adoperò per salvare centinaia di ebrei dalle persecuzioni razziali. A Palatucci è attribuita anche la distribuzione di motlissimi fascicoli di cittadini di religione ebraica per sottrarli alla deportazione, dal 1937, anno del suo arrivo a Fiume come responsabile dell’ufficio stranieri, sino al giorno del suo arresto.

Nel 1990 lo Yad Vashem di Gerusalemme lo ha giudicato “giusto tra le nazioni” e nel 1995 lo Stato italiano gli ha attribuito la medaglia d’oro al merito civile. Il 21 marzo del 2000 il vicariato di Roma ha emanato un editto per l’apertura del processo di beatificazione, avvenuta poi il 9 ottobre del 2002.

Inoltre, in occasione della cerimonia ecumenica giubilare del 7 maggio 2000, Papa Giovanni Paolo II lo ha annoverato tra i martiri del XX secolo.

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