Catania: arrestano uomo per droga, carabinieri accerchiati dalla famiglia

Dopo aver effettuato un sequestro di droga ingente nella sua abitazione e aver arresto Pietro Masci, i carabinieri hanno dovuto lottare con la famiglia e gli amici dell’uomo che hanno cercato di far uscire dall’auto il loro congiunto. I carabinieri al termine dell’operazione hanno arrestato sei persone indagate, a vario titolo, di resistenza, violenza o minaccia a pubblico ufficiale aggravata, lesioni personali aggravate e danneggiamento aggravato.

Era successo il 26 aprile scorso quando i carabinieri hanno perquisito l’abitazione di Pietro Masci, nel popoloso quartiere di Catania, San Giovanni Galermo, nota piazza di spaccio del capoluogo.

Nell’abitazione di Masci è stato trovato e sequestrato un consistente quantitativo di marijuana e cocaina, materiale utile per il confezionamento, un bilancino di precisione, nonché dei fogli con annotate le cessioni di droga ai diversi acquirenti.

Masci è stato arrestato per detenzione di droga ai fini dello spaccio. Gli operanti hanno arrestato in flagranza di reato l’uomo e nell’abitazione erano presenti Sonia Gangi, la moglie dell’arrestato e i tre figli minorenni.

Mentre i militari arrestavano l’uomo, la moglie andava in escandescenza gridando: “speriamo che caschiate da queste scale e vi ammazzate e vi rompete l’osso del collo tutti” aizzano nel frattempo i propri figli contro i carabinieri e richiamando l’attenzione delig altri residenti del quartiere.

Nel giro di pochi minuti in strada si creava un assembramento composto da più di 10 persone che con violenza e minaccia si opponevano all’arresto di Masci, dando vita ad una violenta aggressione nei confronti degli operanti. Tra loro c’era anche Mario Maurizio Calabretta che inveiva contro i carabinieri guidando: “guardate questi rovina famiglie, ve la facciamo pagare.”

Altre persone, intanto, si sono scagliate contro i militari per impedire l’arresto di Masci che fomentava i presenti urlando insulti e minacce di morte. A quel punto Calabretta e Gangi si scagliavano contro uno dei militari operanti che stava cercando di far entrare nell’auto di servizio l’arrestato. I due tentavano di liberare Masci bloccando lo sportello della gazzella iniziando ad insultare tutti: “siete…pezzi di…vi veniamo a cercare, lasciatelo subito”.

Nel frattempo sono arrivati anche i due figli minorenni che insieme alla madre dell’arrestato accerchiavano e colpivano il militare, in soccorso del quale giungevano altri due carbinieri. Frattanto Calabretta, insieme ai figli del Masci, a Salvatore Musumeci e ad altri soggetti non identificati, aggredivano uno dei militari giunto in ausilio del collega, scaraventandolo in terra e colpendolo con calci e pugni.

Stessa sorte era toccata ad un altro carabiniere che però riusciva comunque a porre in sicurezza Masci all’interno dell’autoradio. Operazione ostacolata dall’ennesimo tentativo di liberare l’arrestato posto in essere da Danilo Gaetano Aurora che apriva la portiera dell’auto di servizio mentre i due figli dell’arrestato e Liliana Bellia cercavano di far uscire l’arrestato dall’auto di servizio, tirandolo a sé.

Due dei militari hanno riportato lesioni personali consistite, per il primo, in un trauma cranico, un trauma all’emitorace destro, delle escoriazioni al collo e al volto, dalle quali derivava una prognosi di 10 giorni, mentre per il secondo, un trauma cranico, facciale, uno costale bilaterale e uno alla gamba sinistra, dalle quali derivava una prognosi di 30 giorni. Inoltre è stata danneggiata l’autoradio utilizzata per il trasporto dell’arrestato, presa a calci e graffiata in diverse parti della carrozzeria da Masci, Calabretta e dalla Gangi.

Per evitare che la situazione degenerasse ulteriormente e per sottrarsi alle violenze, i carabinieri nell’occasione furono costretti ad allontanarsi, riuscendo ad identificare e arrestare solo Pietro Masci e Mario Maurizio Calabretta, per i quali il Gip aveva convalidato l’arresto e disposte la custodia in carcere.

Grazie alla minuziosa ricostruzione dei fatti compiuta in seguito dagli stessi carabinieri operanti, si è riusciti ad identificare gli indagati e produrre un’informativa che, recepita dalle autorità giudiziarie procedente, ha permesso l’emissione delle misure cautelari.

In carcere è finito Salvatore Musumeci, 24 anni: Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, invece, per Sonia Gangi, 36 anni; Danilo Gaetano Aurora, 22 anni e Liliano Bellia, 54 anni. I minorenni invece sono stati destinatari di misura cautelare del collocamento in comunità.

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