Sicilia: dal 20 settembre apre la stagione venatoria

L’Assessore regionale all’Agricoltura, on. Edy Bandiera, ha emanato il “Calendario Venatorio 2020-2021”: in Sicilia la stagione venatoria ha inizio domenica 20 settembre, data dell’apertura generale della caccia. In via eccezionale, tuttavia, anche per la corrente stagione è stata autorizzata la c.d. “preapertuta”, ovvero una particolare forma di caccia unicamente per talune specie e solo in determinate date: solo nei giorni 2, 6, 12 e 13 settembre unicamente alle specie Colombaccio, Gazza e Ghiandaia nella forma da appostamento temporaneo.

Solo nei giorni 2 e 6 anche alla Tortora esclusivamente nella forma da appostamento temporaneo; solo nei giorni 6 e 13 anche al Coniglio selvatico, in caccia vagante. In tutti gli altri giorni è vietata qualsiasi attività venatoria: per i trasgressori la legge 157/92 prevede l’arresto fino ad un anno o l’ammenda fino a € 2.582,00. L’apertura anticipata della caccia sarà ancora una volta una sconfitta per la Natura e per la collettività, con danni diretti e indiretti sulla fauna selvatica, comprese tante specie protette che nei primi giorni di settembre ancora si trovano sui nostri suoli prima dell’ormai imminente migrazione. Quella dell’Assessore Bandiera è, quindi, una decisione gravissima che ancora una volta evidenzia come ambiente e fauna selvatica siano spesso “utilizzati” dai nostri politici come mera merce di scambio per il voto dei cacciatori in occasione delle prossime elezioni regionali.

“Domani – dichiara Ennio Bonfanti, referente fauna WWF Sicilia – da un’ora prima dell’alba si aprirà la caccia in Sicilia: oltre 25 mila fucili si divertiranno a scaricare piombo mortale su 27 specie (anche rare o in declino) per cinque giorni a settimana fino al 31 gennaio 2021. La Regione ha emanato un “Calendario venatorio” vergognoso: nonostante gli incendi devastanti ed il clima arido abbiano già decimato gli animali selvatici, è stata anticipata la stagione di caccia contro l’autorevole parere scientifico di ISPRA (Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale), che aveva fortemente criticato la Regione sull’eccessiva estensione di specie e periodi di caccia, chiedendo di adottare norme più rigorose per limitare l’attività venatoria e per ridurne i periodi. Questo pessimo calendario va anche contro le indicazioni del Ministero dell’Ambiente – che chiedevano di tutelare almeno le specie in declino (Tortora, Pavoncella e Moriglione) – e contro le sentenze del TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) e del CGA (Consiglio di Giustizia Amministrativa) che, già nel 2019, avevano bocciato e dichiarato illegittimo il decreto dell’Assessore Bandiera che contemplava analoghe previsioni. Dopo il fuoco degli incendi arrivano le pallottole dei fucili… per la fauna siciliana sarà un massacro: il Calendario venatorio, infatti, consentirà ogni giorno di ammazzare “legalmente” 382.935 animali (15 esemplari per ognuno dei 25.529 cacciatori autorizzati)!”.

COSA PREVEDE IL CALENDARIO VENATORIO SICILIANO

L’Assessore Bandiera, ha emanato il “Calendario venatorio” e le associazioni di cacciatori esultano per l’introduzione di novità “eclatanti”: l’apertura anticipata della caccia al 2 settembre; l’autorizzazione della caccia al Coniglio selvatico senza alcun censimento preventivo (è noto che la specie, in questi anni, registra in drastico declino) e con l’uso del furetto (barbara e crudele pratica venatoria che prevede l’immissione di furetti nelle tane; il furetto aggredisce il coniglio e lo costringe a uscire allo scoperto, facile bersaglio dei fucili); il prolungamento della caccia della Beccaccia a gennaio; la caccia anche di Tortora, Quaglia ed altre specie che rientrano nelle categorie SPEC (Species of European Conservation Concern), ossia specie le cui popolazioni in Europa presenta uno stato di conservazione sfavorevole ed in preoccupante declino, ecc.

ISPRA BOCCIA LA REGIONE

Per il WWF Sicilia il Calendario Venatorio si pone in aperto e palese contrasto con le disposizioni delle Direttive Comunitarie in materia ambientale e con i principi scientifici per la conservazione e tutela della fauna. Infatti ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) aveva già espresso alla Regione un parere fortemente negativo circa il Calendario, proprio in materia di estensione eccessiva di specie e periodi di caccia; l’Istituto, inoltre, quale autorevole organo scientifico che si occupa della valutazione tecnica, in termini di modalità e tempi, del prelievo venatorio su tutto il territorio nazionale, aveva chiesto all’Assessore Bandiera di adottare norme più rigorose per limitare l’attività venatoria e per ridurre i periodi di caccia.

WWF CRITICA ASSESSORE BANDIERA: ISTIGAZIONE AL BRACCONAGGIO

“Si tratta di previsioni vergognose perché hanno un solo dichiarato scopo: la deregulation venatoria per trasformare la Sicilia in un immenso poligono di tiro contro gli animali selvatici! Autorizzare a sparare per 5 mesi, persino a specie in declino, contro i pareri scientifici di ISPRA e in palese spregio delle sentenze di TAR e CGA, è una grave e sconsiderata istigazione al bracconaggio, un atto di arroganza istituzionale”, dichiara Ennio Bonfanti, responsabile regionale del settore “fauna” del WWF. “Il Calendario firmato dall’Assessore Bandiera, scritto con il “copiaeincolla” in base ai desiderata delle doppiette più estremiste, è inaccettabile: da Assessore avrebbe dovuto mantenere un atteggiamento super partes, equilibrato, rispettoso dei pareri scientifici statali ed avrebbe dovuto garantire il primario interesse pubblico della tutela della fauna invece di ricercare il consenso della lobby dei cacciatori. Non ci stancheremo mai di ripeterlo: la fauna è considerata dalla legge italiana un patrimonio indisponibile dello Stato e non è un trastullo per i cacciatori. Il calendario venatorio, di conseguenza, deve tenere conto in primo luogo dell’esigenza di tutelare questa fauna e non può ignorare le indicazioni di ISPRA”, afferma il WWF.

CACCIATORI SICILIANI IN CALO MA SEMPRE “POLITICAMENTE” PESANTI

Secondo i dati del WWF, i cacciatori siciliani sono continuamente in calo ma sempre “politicamente influenti”. “Come nel resto del Paese, anche in Sicilia il numero dei cacciatori attivi è in picchiata – rileva Bonfanti -: confrontando i dati Istat del 2007 con i dati regionali del 2019, si evince un calo di circa il 51% delle doppiette isolane. Se nel 2006 erano 49.588 (ossia 34 ogni mille ettari di territorio cacciabile), oggi (dati 2019) nell’Isola sono 25.529. Ma, pur rappresentando lo 0,5% della popolazione siciliana, continuano – inspiegabilmente – ad esercitare una certa influenza sull’apparato politico-amministrativo della Regione Siciliana, come dimostra il Calendario Venatorio sempre sbilanciato a favore delle doppiette e contro la fauna. Anche quest’anno, per esempio, ci risulta che taluni deputati dell’Assemblea regionale siciliana – forse attratti dal bacino di voti rappresentato dai seguaci di Diana – hanno quotidianamente fatto pressioni perché l’Assessore Bandiera concedesse sempre di più…”.

 

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