Castelbuono (Pa): lì dove osano le aquile

Metti un giorno qualsiasi di una primavera inoltrata in Sicilia. Colori vivi, aria leggera e frizzante nonostante il sole, con i suoi potenti raggi, ti scaldi avvisandoti che l’estate è vicina. Questi sono i giorni in cui l’entroterra mette in mostra tutta la sua fresca bellezza.

Percorrendo l’autostrada Messina – Palermo, con l’amico Enrico Liuzzo, il mio valido fotografo, a circa metà via troviamo l’uscita di Castelbuono (Pa) paese dove incontriamo, nella sua abitazione, Giovanni Cangelosi, vecchio pastore di quinta generazione.

Giovanni, ormai in pensione, ci racconta la sua vita tra i monti delle Madonie, una vita fatta di passione, sacrificio e tanto amore per il suo territorio. Il racconto si sofferma sulla maestosa presenza dell’aquila reale che nidifica nei pizzi sotto al Piano Farina, dove decidiamo di andare emozionati dai suoi racconti. È vero !!! L’aquila è li che sorvola le rocche frastagliate ed inaccessibili, maestosa tanto che l’appellativo Reale ci sembra proprio adeguato. Lungo la “trazzera” incontriamo Giacinto, figlio di Giovanni, intento, con i suoi due figli: Giovanni e la diciassettenne Luciana, ad eseguire un antichissimo rito stagionale: la transumanza.

Veniamo accolti con l’entusiasmo che solo qui si può saggiare, come fossimo lontani parenti tornati dopo tanto tempo. L’allegria ed il sorriso quasi ci imbarazzano, non crediamo di meritare tanto affetto, ma loro son così, spontanei e sinceri. Lasciano gli animali al pascolo e ci portano ad assaggiare i loro formaggi e la famosa ” Ricotta di Basilisco “, questa pianta endemica simile al finocchio selvatico che arricchisce di profumo questo rarissimo prodotto. Giacinto ci delizia con suoi racconti che suonano come un eco di quelli del padre, una vita semplice, dura ma in armonia con la natura. Lo vediamo scaldarsi appassionatamente quando ci parla delle mute di cani selvatici che attaccano il suo gregge, dei daini recentemente reintrodotti nel territorio, ma osserviamo i suoi occhi illuminarsi di un profondo rispetto quando ci parla della sua aquila reale.

Abbiamo la fortuna, mentre parliamo,  di rivedere l’aquila e fotografarla nella sua bellezza. Seguiamo emozionati Luciana quando ci presenta le sue mucche alle quali ha dato un nome, sulla base della loro personalità. Tradizioni, profumi, racconti che sanno di antico. Tesori, in via di estinzione da tutelare, da salvaguardare come patrimonio di una cultura millenaria, di un paesaggio antico. Emozioni forti e dolci nello stesso tempo, vivere un giorno coccolati nella natura ed innamorarsi del suo fascino, solo tra i monti delle Madonie. Grazie a tutti i componenti della famiglia Cangelosi che osano ripercorrere la storia, sebbene tra mille difficoltà, coraggiosi e forti come le ultime aquile reali.

Giuseppe Di Giovanni

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