Palermo: Bertolaso in Sicilia, ed è polemica

È polemica in Sicilia per l’arrivo di Guido Bertolaso, ex capo della protezione civile nazionale, giunto a Trapani dove ufficialmente ha una barca ormeggiata. Ieri mattina il governatore dell’isola, a Nello Musumeci, a margine di una conferenza stampa in cui ha praticamente dichiarato guerra all’Anas, è stato chiesto se intendesse nominare Bertolaso a capo della task force per l’emergenza al posto di Antonio Candela, arrestato qualche giorno fa.

E Musumeci ha risposto al collega del Gds, Giacinto Pipitone: “Sapevo che Bertolaso andava a Trapani dove ormeggia la sua barca, così ci siamo incontrati e abbiamo mangiato assieme qualcosa. Abbiamo affrontato tanti temi, ma mai parlato di affidargli il posto di Candela. Non credo che lui abbia il tempo di dedicarsi ad altre attività, io comunque non ho affrontato l’argomento anche perché in questo momento non è un’emergenza.

Una risposta che riesce ad accontentare tutti? Non proprio. Resta da chiarire come mai Bertolaso sia giunto in Sicilia. Non sono ancora aperte le “frontiere” delle regioni che, come sanno ben tutti, saranno riaperte il prossimo 3 giugno. In questo frangente sono consentiti comunque trasferimenti interregionali per motivi di lavoro. Ma se Musumeci non gli ha parlato di lavoro, che ci faceva Bertolaso in Sicilia? Se lo chiede anche Claudio Fava che oggi ha presentato un’interrogazione n cui si chiede se “l’ordinanza del presidente della regione in merito all’intero territorio regionale è ancora valida o va interpretata in base ai rapporti personali e politici?”.

Quindi rimane l’interrogativo sul perché Bertolaso fosse stato a Trapani dove ha la sua barca e se sia stato sottoposto o meno alla quarantena obbligatoria confermata nell’ultima ordinanza del presidente della regione siciliana, Nello Musumeci che prevede solo una deroga per operatori sanitari, forze dell’ordine, magistrati, parlamentari e membri del governo, siciliani che rientrano per comprovate esigenze cliniche o anche i genitori separati che debbano raggiungere i propri figli minori, ma Bertolaso non rientrerebbe in nessuna di queste categorie.

Guido Bertolato, 70 anni, è dall’11 novembre 2010 un pensionato dalla protezione civile, oggi chiamato dal governatore lombardo Attilio Fontana “in via straordinaria” come “consulente personale per l’emergenza”.

Secondo le disposizioni regionali Bertolaso dovrebbe stare sull’isola in quarantena per due settimane. Chissà, forse lo è. Il quotidiano La Sicilia, come riportato sul sito, ha provato a chiederglielo ma non ha avuto alcun successo. E sul sito della regione Lombardia non c’è alcun cenno di una missione istituzionale che giustifichi la sua presenza sull’isola.

Oltre al fatto che Musumeci stesso abbia detto di aver parlato a pranzo con Bertolaso, è arrivata una soffiata (diffusa sempre da La Sicilia) secondo cui Bertolaso sarebbe stato avvistato all’assessorato alle attività produttive, dove avrebbe chiesto una “postazione per lavorare”.

L’ex sottosegretario berlusconiano, assolto nei processi sull’appalto del G8 a La Maddalena e per i ritardi nel terremoto de L’Aquila, scese in pista alle amministrative. Annunciato come super assessore, fu poi indicato come super consulente gratuito da un candidato a sindaco nel 2017, cioè l’ex senatore Antonio D’Alì che poi subì un tortuoso processo per concorso esterno in associazione mafiosa.

Intanto continua la polemica. “Dalla stampa – dichiara Claudio Fava – apprendiamo che la visita in Sicilia di Bertolaso sarebbe riconducibile esclusivamente a questioni personali e pertanto, come ogni cittadino che vuole entrare nel territorio regionale, avrebbe dovuto rispettare le stringenti disposizioni emanate dal presidente della regione in merito alla quarantena obbligatoria. A rendere ancora più incomprensibile quanto avvenuto c’è anche l’incontro informale a pranzo con lo stesso presidente della regione. In una situazione che sta causando enormi disagi a tutti e nelle stesse ore in cui Musumeci si mostra inflessibile sulle procedute di riapertura del territorio regionale, una simile disparità di trattamento appare come uno schiaffo alle migliaia di cittadini siciliani rientrati nell’isola e costretti, ancora oggi, a restare isolati in quarantena per due settimane o anche oltre in attesa dei tamponi”.

A Fava replica l’assessore regionale alla salute, Ruggero Razza. “Mi spiace che Claudio Fava abbia preso un abbaglio – dice – perché un abbaglio prima di lui lo ha preso la stampa. L’ordinanza del presidente della regione specifica con chiarezza quali categorie di soggetti non sono sottoposti alla quarantena. Tra questi rientrano coloro che si trovano in Sicilia per ragioni di lavoro. Per ora punto”.

Gli fa eco Bertolaso. “In Italia se non si polemizza, non si riesce a dormire la notte” dice l’ex capo della protezione civile che spiega che è stato “invitato dal presidente della regione con convocazione ufficiale per dare una mano” per l’emergenza.

“Giolitti diceva che per gli amici le leggi si interpretano – replica Fava – oggi lo dicono anche Musumeci e Razza. Costretto, quest’ultimo, a smentire il suo stesso presidente pur di salvare la faccia. Infatti, se per uno Bertolaso era qui “per motivi personali” e quindi avrebbe dovuto osservare la quarantena, per l’altro era qui per lavoro, pur di non ammettere l’evidenza”.

Fra questa bagarre il dubbio resta. A chi credere? A Musumeci che ha detto di aver incontrato a pranzo Bertolaso, ma non per lavoro o allo stesso Bertolaso e Razza secondo cui questo viaggio in Sicilia per l’ex capo della protezione civile era di lavoro? I nodi sono ancora da sciogliere.

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