5 G: Messina e Tremestieri Etneo dicono di “no”

Dopo il comune di Asolo due comuni siciliani dicono di “no” all’installazione delle antenne per il 5G. Si tratta dei centri di Messina e Tremestieri Etneo, nel catanese. L’ordinanza del sindaco di Messina, Cateno De Luca, ricopia parola per parola quella del primo cittadino di Asolo.

La provincia siciliana si appella al principio di precauzione e dice di attendere dalla IARC dati scientifici più aggiornati per stabilire o meno la pericolosità delle frequenze del 5G. L’ordinanza, sebbene sia stata ufficializzata solo ieri, era stata preannunciata qualche giorno fa in una diretta su Facebook da parte di Cateno De Luca.

A Tremestieri Etneo il primo cittadino dopo lunghe conservazioni con il Codacons, associazione di consumatori da sempre fortemente contraria all’installazione delle reti 5G, ha emesso un’ordinanza.

Tornando a Messina, De Luca ha dichiarato nella sua diretta facebook di aver ricevuto troppe segnalazioni e richieste da parte dei cittadini preoccupati e di non avere le idee chiare sulla vicenda. “Seguivamo già da tempo la vicenda degli impianti 5G, pienamente consapevoli che lo sviluppo tecnologico non deve mai andare a discapito della salute dei cittadini – ha detto De Luca – Per questa ragione negli ultimi giorni abbiamo approfondito la questione sia dal punto di vista tecnico che da quello giuridico. In base alle numerose sentenze che ormai hanno riconosciuto il danno da elettrosmog, l’elettrosensibilità e il nesso causale telefonino-cancro anche oltre ogni ragionevole dubbio, abbiamo preso spunto per chiarire la nostra posizione. Al momento in Italia si consente di installare gli impianti 5G ma nessuno si è ancora preoccupato di condurre uno studio preventivo che verifichi quali sono le conseguenze di tali impianti sulla salute dell’uomo e sull’ecosistema, mentre la commissione europea nel 2019 ha affermato che il 5G lascia aperta la possibilità di conseguenze biologiche”.

“Di fronte a tale quadro – prosegue De Luca – in assenza di elementi che escludano danni irreversibili per la salute umana e per l’ecosistema, come si possono autorizzare simili installazioni? Come si può pensare che prima si consenta l’installazione degli impianti 5G e  poi si penserà agli eventuali danni alle persone e all’ambiente? Questo modo di agire è inaccettabile, perché poi si negheranno anche gli eventuali risarcimenti sul presupposto che quando gli impianti sono stati installati non c’erano elementi per ritenere che fossero dannosi per la salute dell’uomo e per l’ambiente. E allora, se non ci sono dati disponibili, di certo non possiamo agire sulla presunzione che tali impianti non siano dannosi, soprattutto quando invece gi abbiamo gli elementi per ritenere che lo potrebbero essere”.

“Preciso – conclude De Luca – che fino ad oggi non sono stati attivati impianti 5G sul territorio comunale e anche per questa ragione ho ritenuto di adottare un’ordinanza in applicazione del principio di precauzione comunitario, con la quale ho vietato a chiunque di installare, sperimentare o diffondere le frequenze con impianti 5G in attesa che vengano divulgati gli studi sugli effetti delle radiofrequenze”.

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