Messina: corruzione, ex assessore, funzionari e imprenditori in manette

È stato un trojan piazzato nei telefoni di due sospetti a svelare un giro di corruzione e di mazzette che vede tra i protagonisti anche alcuni imprenditori e funzionari del genio civile di Messina e Trapani, nonché un dirigente del comune di Messina. Undici le persone coinvolte.

L’inchiesta, denominata Ottavo cerchio, ha avuto origine dall’intimidazione al commerciante Pietro Ferrante. La notte di Capodanno del 2019 la saracinesca di un esercizio commerciale, una tabaccheria in zona Camaro, veniva attinta da alcuni colpi di arma da fuoco. L’imprenditore però aveva negato di aver subito estorsioni ed è stato intercettato e sono emersi i contatti con un imprenditore pregiudicato, Marcello Tavilla. I due erano soci nella dita di import-export di pesce, la Blu marine service.

Tavilla, insieme all’amante Cinzia Fiorentino e a Pietro Ferrante avrebbe corrotto un funzionario del Genio Civile di Messina. In cambio di soldi, quest’ultimo favoriva le ditte edili degli imprenditori Giuseppe Micali e Giovanni Francalanza nell’aggiudicazione di appalti pubblici.

Per ogni appalto vinto al funzionario corrotto sarebbero andati 2 mila euro. Ad essere corrotto anche l’ex assessore Giorgio Muscolino, amministratore del complesso di edilizia popolare “Sottomontagna”, gestito dall’A.Ris.Me, agenzia per il risanamento della città. Muscolino, senza aver mai effettuato una selezione avrebbe intascato 400 euro, ha affidato alla ditta di Tavilla i lavori per la sistemazione del parcheggio di Sottomontagna.

Dal trojan nel cellulare di MIcali, inoltre, è emersa un’altra storia di corruzione che vede coinvolto Giuseppe Frigone, funzionario del comune di Messina in servizio al dipartimento immobili comunali. In cambio di una mazzetta di mille euro, il funzionario gli avrebbe affidato in somma urgenza, quindi senza gara, i lavori di manutenzione straordinaria al mercato cittadino Sant’Orsola. L’azione di Micali, sempre ascoltata dalla polizia grazie al virus, non si sarebbe fermata a Messina. L’imprenditore, infatti, si sarebbe aggiudicato i lavori di dragaggio nel porto di Mazara del Vallo, nel trapanese, per un importo di oltre un milione di euro. Insieme ad altri due imprenditori indagati avrebbe corrotto Giancarlo Teresi, ingegnere capo del Genio Civile di Trapani, responsabile dei lavori nel porto.

Per assicurasi l’appalto del dragaggio del porto-canale Micali avrebbe regalato al funzionario il denaro per l’acquisto di un’auto d’epoca, un soggiorno gratuito in un hotel di Messina e una cena per lui e per altre cinque persone in un ristorante di Milazzo.

Fra gli undici arrestati anche un autista giudiziario in servizio al tribunale di Messina, Angelo Parialò. L’uomo, a cui sono stati concessi i domiciliari, è accusato di rivelazione di segreti d’ufficio. In cambio di favori una persona a lui vicina avrebbe dato ad uno degli indagati informazioni sulle indagini in corso e sui movimenti di un magistrato. In cambio di queste informazioni all’imprenditore Tavilla, l’autista avrebbe ricevuto l’assunzione in una delle ditte di un familiare della donna con cui aveva una relazione sentimentale.

I particolari dell’operazione saranno resi noti fra poco nel corso di una conferenza stampa a cui parteciperà il procuratore aggiunto Rosa Raffa.

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