Capo d’Orlando (Me): caso Lorena Mangano, parla il fratello Stefano, “siamo vittime della giustizia”

E’ la notte del 25 giugno 2016. Vuole la sorte che una fiat panda guidata da Lorena Mangano viene travolta. Ma questo non è il solito incidente. Quella notte ed in quell’istante due auto gareggiavano in via Garibaldi a Messina. L’Audi TT guidata da Gaetano Forestieri travolge la Fiat Panda della giovane orlandina. Un flash, un botto, un istante eterno, e tutto cambia.

La morte sopraggiunta il 28 giugno, la donazione degli organi, il dolore, i giornali, i processi, l’accusa, la difesa, le pagine non ancora chiuse. Carte e carte. Come se una morte ingiusta potesse trovare pace tra le carte. Forse, se le carte dessero giustizia più che pace si potrebbe trovare rassegnazione. Nuova giustizia. Maggiore cautela. Principio di legge.

Nell’intervista che manderemo di seguito, uno dei fratelli della vittima, Stefano Mangano, afferma: “Oggi non siamo vittime dell’ingiustizia ma della giustizia. Eppure lo Stato siamo noi. I primi a seguire il virtuosismo della fonte giurisdizionale dovremmo essere noi tutti. E quando le leggi ti attanagliano la colpa diviene dello Stato nella sua interezza”.

È del 4 dicembre 2019 che la Suprema Corte si è pronunciata sul giudizio di secondo grado, seguito alla morte della 23enne. La Corte di Cassazione ha confermato i reati, ma rimandato la discussione relativa alle pene alla Corte d’Appello di Reggio Calabria. “Gaetano Forestieri, è stato condannato in secondo grado a dieci anni, l’altro gareggiante, nel 2018 è stato condannato in appello a sei anni per competizione stradale”.

Adesso dopo il 4 dicembre 2019 la Corte d’Appello di Reggio Calabria dovrà rideterminare la pena da infliggere a Foresteri, per il quale la colpevolezza di omicidio stradale è comunque confermata. Da ricalcolare anche quella per Gugliandolo. La famiglia amareggiata si chiede “perchè allungare i tempi del processo. Quando la pena sarà esecutiva verranno detratti gli anni processuali”.

I fatti ripresi dalle videocamere dicono “rally abusivo tra le vie principali di una città, giovane travolta e morta”. Gaetano Forestieri oggi è ai domiciliari. Giovanni Gugliandolo in libertà. Se fosse arrivato un verdetto definitivo, la famiglia Mangano avrebbe potuto iniziare a trovare rassegnazione. Ma la battaglia giudiziaria è ancora aperta, ed avere da fare con sistemi giuridici e legali, non sempre è cosa semplice.

Attualmente i legali della famiglia Mangano sono Roberto Argeri e Filippo Pagano, gli avvocati della difesa Silvestro Salvatore e Piero Luccisano. L’Italia conta tra gli Stati al mondo con un maggior numero dettagliato di leggi. Ciò dovrebbe maggiormente tutelare i cittadini. Per la famiglia Mangano non è così. Di certo non sta ai comuni cittadini valutare con superficiale giudizio un sistema giuridico legale. Anche se con fermezza certi episodi dovrebbero far riflettere. Non sarà una sentenza definitiva a riportare in vita una giovane ragazza piena di entusiasmo, né potrà eliminare dai pensieri di Forestieri e Gugliandolo le azioni che hanno portato alle relative conseguenze.

Di fatto però, la sentenza definitiva su questo caso potrebbe essere destinata a fare giurisprudenza, principio etico legale di tutela dei cittadini nella e per la giustizia.

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