Caltanissetta: trasferimento fraudolento di valori, sequestrate due società

Due società sono state sequestrate dagli agenti della guardia di finanza di Gela, nel nisseno. Le società erano gestite da “teste di legno” per un patrimonio complessivo di circa 6 milioni di euro. Arresti domiciliari nei confronti di P.R., 60 anni e due con misure coercitive di obblighi di legge nei confronti di P.R., 67 anni e P.D., cui vengono contestati i reati di trasferimento fraudolento di valori.

Contestualmente i finanzieri hanno eseguito anche il sequestro preventivo di due società operanti nella circoscrizione gelese, poste entrambe in amministrazione giudiziaria.

L’indagine trae origine dall’approfondimento investigativo di diverse vicende societarie connotate da condotte fraudolente che hanno visto i tre soggetti in questione più altri due non raggiunti dalle misure odierne del gip, attuare un disegno criminoso finalizzato a cedere fittiziamente la titolarità delle quote di due società commerciali per eludere le disposizioni in materia di misure di prevenzione. P.R., 60enne sottoposto nell’ambito dell’operazione Tagli pregiati a decorrere dal 2010, alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di polizia con il divieto di soggiorno di 3 anni irroratogli nel 2008 dal tribunale di Caltanissetta.

L’uomo era titolare di due società entrambe attive sul territorio gelese nel territorio del commercio all’ingrosso di carni fresche e degli auto-trasporti per conto terzi che, sempre a seguito dell’operazione Tagli pregiati, vennero entrambe sequestrate. L’uomo con il tempo ha costituito due nuove società con lo stesso oggetto sociale delle precedenti ed operanti nelle stesse sedi legali costituite rispettivamente nel 2010 e nel 2011, facendo confluire nel corso degli anni tutte le quote agli altri due sodali e non figurando nelle rispettive compagini societarie se non come lavoratore dipendente per evitare di incorrere, come è previsto anche dalle norme di legge che compongono il codice anti mafia, in una confisca per equivalente delle società neo costituite.

Le indagini hanno dimostrato come i detentori delle quote societarie non fossero altro che “teste di legno” manovrate e dirette dal soggetto che è finito ai domiciliari, confermato dal fatto che i titolari delle quote nel tempo non risultano aver mai dichiarato di percepire reddito né aver avuto analoghe disponibilità.

Gli accertamenti finanziari esperiti hanno permesso di constatare che la gestione di entrambe le società e la disponibilità diretta della quasi totalità dei rapporti bancari e quindi delle disponibilità di denaro, utilità dei beni mobili e immobili, fosse nelle mani del sessantenne, venendo utilizzate non solo per la gestione delle società, ma anche per finalità personali quali pagamenti di ristoranti, alloggi presso strutture alberghiere, abbigliamento, telefonia e auto di lusso, tra cui una Porsche Macan S..

La gestione ha permesso nel tempo di creare due imperi economici per la realtà gelese, trattandosi di società che nel complesso hanno un patrimonio attivo complessivo di circa 6 milioni di euro. Entrambe le società sono state sottoposte al sequestro preventivo con tutto il complesso di beni mobili, immobili, partecipazioni societarie e disponibilità finanziarie poste in amministrazione giudiziaria.

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