Catania: il mondo del calcio piange la scomparsa di Pietro Anastasi

È morto Pietro Anastasi, campione d’Europa con la nazionale italiana nel 1968 . Lutto nel mondo del calcio per la scomparsa del catanese, atleta talentuoso e uomo capace di tracciare un luminoso esempio che sarà sempre prezioso per tanti giovani sportivi.

“Ci lascia un catanese illustre, formato calcisticamente nella nostra città – dice un comunicato del Catania calcio – e poi ammirato per le ripetute prodezze in serie A e in maglia azzurra. Alla famiglia Anastasi giungano le sincere condoglianze del calcio Catania”.

Anastasi, 71 anni, lascia un vuoto nel mondo dello sport e ovviamente nel cuore dei suoi familiari. “Ci ha lasciato un campione indimenticabile, uno dei simboli del calcio bianconero degli anni Settanta”. Così la Juventus esprime il cordoglio per la morte del giocatore che soffriva dal 2018 per una grave malattia.

La società “abbraccia la moglie Anna, i figli Silvano e Gianluca e saluta Pietro con una semplice parola grande quanto lui: grazie”.

Il sindaco di Catania, Salvo Pugliese, esprime “il cordoglio della città per la scomparsa dell’ex calciatore etneo al quale sarà intitolato un campo di calcio comunale.

Anastasi – aggiunge il primo cittadino etneo – è stato per decenni uno dei simboli di Catania e dell’intraprendenza catanese nell’Italia, un goleador di successo nei campi di calcio e anche fuori di cui andare fieri e orgogliosi”.

I funerali si svolgeranno lunedì pomeriggio, 20 gennaio , nella basilica di San Vittore a Varese.

Pietro Anastasi è un simbolo del calcio e soprattutto di quel Sud che eccelle, che emerge. Nato a Catania il 7 aprile del 1948, diventò il mito calcistico degli operai meridionali sbarcati nel nord Italia a cercare fortuna. Con la Juventus vinse tre scudetti e li fece innamorare tutti tra vittorie memorabili e grandi partite. “Pietruzzo”, come veniva chiamato amorevolmente dai tifosi, fu anche protagonista di un celebre scambio di mercato con l’allora interista nell’estate nel 1976. Considerato uno dei migliori attaccanti italiani della sua generazione, giocò con la Juventus 258 partite in serie A realizzando 78 reti, laureandosi capocannoniere della Coppa delle fiere 1970-71 e della coppa Italia 1974-75 prima di una precoce parabola discendente che lo portò a chiudere la carriera con le maglie di Inter, Ascoli e Lugano.

Campione europeo con la nazionale italiana nel 1968, in azzurro ha giocato 25 partite siglando 8 reti. Già da bambino “pietruzzo” aveva il pallone nel cuore e faceva il raccattapalle allo stadio Cibali a Catania. aveva il sogno di vestire la maglia bianconera che si realizzerà nel 1968.  Alla Juventus Pietro regala anni straordinari fino al 1976, ma le cifre e l’attaccamento alla maglia spiegano solo in parte l’amore della gente nei suoi confronti. Il suo coraggio nelle giocate, le sue reti in acrobazia, il suo spirito da lottatore lo rendono un idolo, capace di exploit indimenticabili, come i 3 gol segnati alla Lazio in 4 minuti in una gara iniziata seduto in panchina. Un amore che lo stadio Comunale tradusse con lo striscione con la scritta: ‘Anastasi Pelè bianco’. La vita di Anastasi è stata un vero romanzo bianconero, negli anni 70′ Hurrà Juventus gli dedicò una narrazione a puntate per diversi numeri.

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