Tortorici (Me): un paese scosso, ma “non tutti siamo mafiosi”

Tortorici non è mafiosa e l’hasthag #nomafia è stato lanciato dalla USD del centro nebroideo su Facebook dopo i 94 arresti di ieri nell’operazione Nebrodi condotta da carabinieri e guardia di finanza. È stato sgominato un clan che presentava domande per avere dei finanziamenti dall’unione europea anche con appezzamenti la cui proprietà era di università, comuni, parchi, regione e non solo nella provincia del messinese. Il tutto anche con la connivenza di funzionari e notai.

Nel piccolo centro nebroideo del messinese c’è sgomento. La gente è ancora incredula per quanto accaduto.  A scuotere gli animi soprattutto l’arresto del giovane sindaco Emanuele Galati Sardo, finito ai domiciliari per aver favorito l’associazione tramite il suo personale lavoro in uno dei centri per l’agricoltura operante sul territorio.

“Non siamo tutti mafiosi” dicono a più voci giovani e meno giovani di Tortorici. “Non si può generalizzare”. E questo è verissimo. Tortorici, un tempo conosciuta come valle dell’ingegno, victoriosa civitas che è riuscita a riscattarsi dal giogo feudale, ancora oggi è patria di laboriosi artigiani e illustri cittadini che con il duro lavoro riescono a rendere conosciuto il nome di Tortorici e per notizie positive.

Sono tantissime le associazioni che operano da alcuni anni sul territorio e sono riuscite a far sentire uno spirito di rinascita che non si vedeva da tempo. Gran parte delle associazioni si sono riunite insieme e organizzano manifestazioni corali come il presepe vivente che quest’anno ha festeggiato i due anni e ha visto la partecipazione di tutte le associazioni e di centinaia di cittadini per la preparazione, l’allestimento delle scene, la recita delle stesse e la conseguente pulizia delle vie del centro.

Ma mentre le associazioni e i giovani si spendono per portare in alto il nome di Tortorici e riscattare il paese da antichi retaggi e farlo rivivere, ci sono operazioni antimafia come quella di ieri che tarpano un po’ le ali e fanno ripiombare indietro a quei bui anni novanta quando la piazza diventava un far west e si facevano attentati anche al posto fisso di polizia.

Un paese, Tortorici, che stava rinascendo dalle sue ceneri. I suoi abitanti hanno preso maggiore consapevolezza che insieme, uniti, si possono raggiungere grandi risultati e obiettivi sempre più alti. E se l’operazione antimafia di ieri può essere una battuta d’arresto, di sicuro c’è la tenacia e la caparbietà della maggior parte degli oricensi che continuano a sperare e a lavorare con passione e amore verso il proprio territorio per farlo rifiorire e risplendere.

Fra qualche giorno il paese celebrerà il suo patrono San Sebastiano e si preannuncia già una festa un po’ sottotono rispetto agli scorsi anni. Non ci sarà il sindaco con la fascia a presiedere il corteo del Senato per consegnare le chiavi della città a San Sebastiano prima della messa solenne cantata delle 11.00 celebrata nella chiesa di Santa Maria Assunta.

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