Nebrodi: mafia dei pascoli, il grazie di Antoci a Dda, Ros e finanza

Dopo i 94 arresti di oggi nell’ambito dell’operazione “Nebrodi” sulla mafia dei pascoli e il sequestro di 151 aziende agricole, arriva il plauso dell’ex presidente del parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci all’operato di Dda, Ros e guardia di finanza.

Quella di questa notte è una delle più vaste operazioni antimafia eseguite in Sicilia e la più imponente sul versante dei fondi europei dell’agricoltura in mano alle famiglie mafiose mai eseguita non solo in Italia, ma anche all’estero.

I reati di cui dovranno rispondere gli indagati ruotano attorno al lucroso affare dei fondi europei per l’agricoltura in mano alle mafie. Lo stesso affare combattuto da Antoci che ha portato il protocollo Antoci a diventare il 27 settembre 2017 una legge di stato.

“In gran parte – dichiarano i magistrati – oltre quelli depredati, si usavano terreni liberi, presi a caso da tutta la Sicilia e da zone impensabili dell’Italia, usati, spacciati come propri, per le raffinate truffe delle associazioni. La mafia che ha scoperto che soldi pubblici e finanziamenti costituiscono l’odierno tesoro e come siano diminuiti i rischi pur se i metodi restano criminali”.

“Il dato è devastante – ancora i magistrati secondo quanto riportato in un comunicato di Antoci – non solo per i guadagni milionari della mafia, ma anche perché la vera agricoltura e pastorizia dei Nebrodi è di converso e necessariamente costretta a condursi sul duro lavoro degli onesti e destinata inevitabilmente a morte economica”.

Da anni i clan lucravano sui fondi europei per l’agricoltura utilizzando le ingenti risorse comunitarie per foraggiare le varie attività svolte dalle famiglie mafiose. Tanti anche i terreni regionale o di diversi comuni indicati nelle pratiche come propri per mettere a segno le truffe. E poi la connivenza di centri di assistenza agricola che davano le informazioni sulle particelle non utilizzate per inserirle nelle domande per i finanziamenti europei. “Tale informazione – scrivono i magistrati – è di primaria importanza per i sodalizi mafiosi in grado in tal modo di effettuare una appropriazione indebita virtuale a proprio vantaggio di tali terreni, rappresentandoli quali titoli di proprietà ad insaputa dei reali proprietari e con un rischio minimo di duplicazione di domanda e sovvenzioni sulla stessa particella. Ancora più sicura è l’esibizione, nelle domande uniche di pagamento, di terreni appartenenti a soggetti già deceduti”.

“In questo contesto trova aspetti di significazione probatoria e chiavi di lettura di quell’attentato ad Antoci che si è posto in contrasto con interessi milionari della mafia”.

“Grazie di cuore – dichiara Giuseppe Antoci – al procuratore Maurizio De Lucia e ai suoi sostituti, ai carabinieri del Ros e del comando provinciale di Messina e alla guardia di finanza di Messina. L’operazione di oggi evidenzia in modo chiaro il contesto in cui ci siamo mossi in questi anni mettendo in luce le motivazioni per le quali la mafia, attraverso quel terribile attentato, voleva fermarmi. Nonostante la consapevolezza che, con questa ulteriore ed imponente operazione, l’odio e il rancore contro di me cresceranno ancora di più, è comunque tanta la felicità che provo oggi nel vedere che il nostro lavoro serva al paese e alla lotta alla mafia.

“Se ho potuto completare il lavoro del Protocollo e poi della Legge – continua Antoci –  lo devo a quei coraggiosi operatori della Polizia di Stato, gli uomini della mia scorta, che quella notte mi hanno salvato la vita. La mafia, come ulteriormente certifica questa importante operazione, voleva fermare tutto questo uccidendomi, ma loro, quella notte, con coraggio e sprezzo del pericolo, rischiando la loro vita, lo hanno impedito. Lo Stato ha vinto, se ne facciano una ragione mafiosi e mascariatori. Abbiamo colpito con un Protocollo, oggi Legge dello Stato, e con un’azione senza precedenti, la mafia dei terreni – aggiunge Antoci –  ricca, potente e violenta, pur rischiando la vita e perdendo la libertà mia e della mia famiglia . E’ una vita difficile e complicata, ma giornate come questa danno l’assoluta certezza che ne vale la pena. Sì, lo Stato ha vinto e oggi ancora di più” – conclude Antoci”.

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