Patti (Me): spaccio davanti le scuole, 6 arresti nell’operazione Piramide

Spacciavano davanti alle scuole di Patti, Gioiosa Marea e Barcellona Pozzo di Gotto. In sei sono finiti coinvolti nell’operazione denominata Piramide e condotta dai carabinieri. Oggi, su disposizione del gip di Patti e del Gip del tribunale per i minorenni, cinque giovani sono finiti ai domiciliari e un sesto nell’istituto di custodia per minori perché all’epoca dei fatti minorenne.

Inoltre, sono stati eseguiti altri quattro provvedimenti cautelari con l’applicazione dell’obbligo di dimora per tre soggetti e un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per una donna. Tutti gli indagati sono gravemente indiziati del reato di traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti in concorso tra loro.

Le indagini hanno portato alla luce una fitta rete di spaccio di sostanze stupefacenti, costituita da ragazzi, alcuni dei quali appena maggiorenni, che cedevano marijuana e cocaina ad altrettanto giovanissimi acquirenti, talvolta minorenni, non solo nei luoghi della movida dei comuni di Patti e Gioiosa Marea ma anche all’esterno di alcuni istituti scolastici pattesi.

Ai domiciliari sono finiti Gonzalez Perez Ignacio Francisco, 29enne cubano residente a Patti; Marco Pietro Calabrese, 26 anni di Barcellona Pozzo di Gotto e i pattesi Alessandro D’Amico, 25 anni; Michael Morciano, 20 anni; Rosario Lo Presti, 22 anni ed M.G., 18enne all’epoca dei fatti minorenne, condotto in un istituto di custodia per minori.

Obbligo di dimora per Mauro Corica, 37enne di Barcellona e per i 20enni Agostino Antonio Sangiorgio e Andrea Fabrizio Soloperto di Gioiosa Marea. Infine, obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Daniela Sorbera, 36 anni di Gioiosa Marea. Tutti gli indagati sono gravemente indiziati del reato di traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti in concorso tra loro e, per uno specifico episodio, per i soli Gonzalez, Corica e Calabrese, anche di estorsione in concorso.

Le indagini erano state avviate a novembre del 2018 quando i carabinieri di Patti avevano concentrato le loro attenzioni su alcuni stranieri, sospettati di spacciare droga anche nelle vicinanze degli istituti scolastici. Sin dall’inizio delle investigazioni è risultato evidente come la cessione di droga avvenisse soprattutto nei confronti di minorenni ai quali veniva ceduta all’esterno delle scuole.

Le indagini, inoltre, hanno documentato numerosi incontri mirati all’approvvigionamento di marijuana e cocaina da rivendere sulla piazza di Patti attraverso un’attività di riscontro resa più complessa in quanto gli indagati comunicavano solo su Telegram e Whatsapp.

A seguito dei continui controlli, delle perquisizioni e dei sequestri effettuati dai militari, i giovani indagati, preoccupati per le attività sempre più stringenti dei carabinieri, iniziarono a scambiarsi commenti ed indicazioni attraverso la linea telefonica tradizionale mantenendo un linguaggio criptico. I giovani facevano continui riferimenti alla qualità, al prezzo di acquisto e di rivendita della droga nonché delle sue modalità di occultamento e preparazione.

Il tre maggio scorso gli indagati Lo Presti, D’Amico e M.G. andavano a Messina a comprare la cocaina da immettere poi sul mercato. I tre facevano poi rientro a Patti e sono stati controllati nei pressi della galleria sulla strada statale 113. Un’attività che ha dato inizialmente esito negativo perché la droga non è stata trovata dai militari dell’Arma. Dalle intercettazioni è emerso che Lo Presti aveva ingerito i “tre cosi” manifestando poi agli altri indagati la sua preoccupazione per le eventuali controindicazioni e la necessità di espellere quanto ingoiato. Un indagato, in quell’occasione, aveva chiamato la madre chiedendole di disfarsi delle “sette storie”.

Grazie ad intercettazioni telefoniche, inoltre, i carabinieri hanno capito l’esatto punto in cui Lo Presti e D’Amico avevano nascosto un considerevole quantitativo di droga destinato a futuri frazionamenti. La sera del 30 maggio i carabinieri hanno fermato due degli indagati trovando, nelle tasche di uno in particolare, due involucri contenenti 5 grammi di cocaina acquistata poco prima proprio a Messina, in zona Camaro e trasportata successivamente a Patti con una vera e propria staffetta con altri due giovani. Il loro modus operandi era ben studiato e organizzato in tutti i dettagli.

Fra gli indagati era il cubano, Gonzalez Ignacio, il principale responsabile di cessioni di marijuana ad una minorenne e ad altri giovanissimi nei pressi di un istituto scolastico primario a Patti Marina. Proprio per l’attività di spaccio nei pressi delle scuole, all’indagato, in particolare, è stata contestata un’aggravante specifica.

Gonzalez, insieme a Corica e Calabrese, si era reso responsabile di una estorsione nei confronti di un minorenne reo di non aver pagato la droga acquistata. In quell’occasione gli indagati erano andati a casa del minorenne scagliando calci e pugni contro la porta di casa, fino ad ottenere la consegna di 170 euro.

Le indagini hanno permesso di accertare le responsabilità di ogni indagato, consentendo all’Autorità giudiziaria di emettere gli odierni provvedimenti cautelari.

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