Mineo (Ct): coltivavano droga nel loro terreno, in manette padre e figlio

Operazione antidroga nel calatino condotta dai carabinieri del comando provinciale. A finire in manette sono stati padre e figlio che gestivano 4.000 mq di terreno coltivato a canapa indiana. Nel corso dell’operazione sono state sequestrat 2.500 piante di droga, 50 Kg di marijuana e un fucile semiautomatico con matricola abrasa.

A Mineo i carabinieri della compagnia Fontanarossa hanno arrestato il 60enne Giuseppe Regalmuto Mammino Sauro e il figlio 18enne Giacomo. Dovranno rispondere tutti e due di concorso in coltivazione illecita e detenzione finalizzata allo spaccio di droga, nonché di detenzione illegale di arma clandestina e munizionamento.

Una lunga ed articolata attività  di indagine, partita da una delle più grandi piazze di spaccio del capoluogo etneo, il quartiere Librino, ha condotto gli uomini del nucleo operativo nelle campagne di Mineo. Qui gli arrestati conducevano un’azienda agricola di oltre 80 ettari in cui coltivavano diverse colture e si dedicavano all’allevamento di varie specie animali. Ma in una porzione del fondo agricolo c’era anche una piantagione di canapa indiana.

Una piantagione dotata di un moderno impianto di irrigazione e con uno dei casolari destinato all’essiccazione e la lavorazione della droga da immettere sul mercato al dettaglio.

Proprio nel casolare i militari dell’Arma hanno trovato 50 Kg di marijuana pronta per essere commercializzata, mentre nei pressi dell’immobile, sotto le fronde, è stato trovato un fucile semiautomatico calibro 12 con 4 cartucce nel serbatoio e la matricola abrasa, nonché 58 cartucce dello stesso calibro.

Nei prossimi giorni l’arma sarà inviata agli esperti del Ris di Messina che la sottoporranno agli esami tecnico-balistici necessari a stabilirne la provenienza e l’eventuale utilizzo in pregressi episodi criminosi.

La droga sequestrata, si stima che una volta immessa sul mercato, avrebbe potuto fruttare un introito illecito vicino ai 10 milioni di euro. Padre e figlio sono stati associati al carcere di Catania piazza Lanza.

 

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