Messina: sparano contro vetrina di un negozio, 3 arresti

Tre messinesi sono stati arrestati a Messina dagli agenti della questura perché ritenuti colpevoli di aver sparato contro la vetrina di un negozio. I fatti si erano verificati a marzo del 2016. Alla base del gesto una presunta relazione sentimentale.

Quel giorno due individui, a bordo di un motorino e con i volti travisati, venivano immortalati dalle telecamere di videosorveglianza della zona. Il passeggero, una volta arrestata la marcia, scendeva dal mezzo per sparare alla vetrina per poi scappare. dalle immagini non è stato possibile risalire alla targa del veicolo.

Le indagini immediatamente avviate hanno portato ad escludere la riconducibilità del gesto all’attività professionale della vittima, così le indagini si sono concentrate principalmente sulla sua vita privata. Dopo gli accertamenti balistici sui bossoli ritrovati sul luogo è emerso che l’arma coincideva con un’altra uguale sequestrata dagli agenti in una precedente operazione di polizia.

Lì la svolta. Uno degli arrestati, detenuto per quei fatti, ha deciso di collaborare con la giustizia. Ha confessato di essere stato lui l’autore materiale del delitto. Un atto intimidatorio ordinatogli da Rosario Mazza, 63 anni, dietro compenso di 2. Mila euro.

Mandante dell’azione era stato Rosario Pistone, 47 anni. A completare il quadro l’identità del conducente del motorino: Giuseppe Riggio, 52 anni.

Ulteriori accertamenti sull’arma confermano che i due bossoli rinvenuti nei pressi della vetrina danneggiata sono stati esplosi proprio dalla stessa arma semiautomatica sequestrata cui si faceva cenno sopra.

A riscontrare le dichiarazioni rese, inoltre, la conoscenza tra il collaboratore ed il Mazza appartenenti allo stesso gruppo criminale, dedito a commettere rapine sul territorio di Messina e Provincia.

Infine, a corroborare la veridicità della ricostruzione, la riconducibilità del mezzo usato per la realizzazione del colpo a Giuseppe Riggio, proprietario di un motociclo compatibile per caratteristiche con quello ripreso dalle telecamere.

Un quadro indiziario, dunque, univoco, individualizzante, attendibile che unito alla pericolosità dei soggetti coinvolti, tutti gravati da precedenti ed insensibili alle pregresse esperienze sanzionatorie, porta all’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. L’ordinanza ha oggi raggiunto Rosario Mazza, Rosario Pistone e Giuseppe Riggio.

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