Tortorici (Me): un oricense residente in Canada candidato alle nazionali col M5S

Sorriso sincero, occhi scuri e intelligenti, laurea e dottorato di ricerca in Italia e un lavoro all’Università di Ottawa nel campo delle nanotecnologie. È questo l’identikit di Antonino Calà Lesina, 33 anni, originario di Tortorici, candidato alle prossime elezioni politiche con il Movimento 5 Stelle per l’America Settentrionale e Centrale.

Anche se Antonino Calà Lesina non potrà ricevere i voti dei suoi compaesani e conterranei, per il piccolo centro nebroideo la sua candidatura è una ventata di novità e cambiamento. Sono trascorsi troppi decenni da quando un cittadino di Tortorici, infatti, si è candidato alle nazionali.

Antonino, giovane in gamba e con le idee chiare, ha sempre amato lo studio e anche da piccolo era un tipo “bravo e perfettino”, come scrive ironicamente sul suo profilo facebook. Dopo aver frequentato il liceo scientifico, si è laureato in ingegneria elettronica e delle telecomunicazioni a Catania. Dalla Sicilia è poi partito verso Trento dove ha conseguito un dottorato di ricerca per poi decidere di volare verso il Canada nel 2013.

Qui ha iniziato a lavorare a progetti che vedono tra i finanziatori IBM Canada e il Royal Canadian Mint (Zecca dello Stato canadese) usando il più grande supercomputer del Canada per spiegare i processi di interazione della luce con oggetti di dimensione nanometrica. Il suo studio sulla colorazione dei metalli preziosi senza l’uso di vernici, ma solo sfruttando le nanoparticelle, è anche apparso sulla rivista Nature Communications.

Dopo 4 anni di ricerca è ancora a Ottawa, ottenendo pure la residenza canadese. “Non mi considero un cervello in fuga – ci racconta – sono partito per mia scelta perché volevo sperimentare cose nuove. Il lavoro in Italia non l’ho nemmeno cercato”.

Abbiamo contattato Antonino Calà Lesina per fargli qualche domanda sulla sua candidatura e lui ha premesso che questa sarà l’intervista più difficile perché sarà letta da quelli che lui considera ancora i suoi compaesani: gli oricensi.

Perché ha scelto di candidarsi con il M5S?

Sono una creatura politica un po’ insolita, una new entry della politica, a scuola non ho mai fatto nemmeno il rappresentante di classe. Quando vivevo in Italia la politica la seguivo poco, a quel tempo vigeva l’idea del “sono tutti uguali e non cambierà mai nulla”. All’estero la nostalgia è tanta e si guarda all’Italia con più interesse. Avevo votato il M5S alle elezioni di marzo 2013 e le loro battaglie mi hanno da subito coinvolto. Sono stati come una ventata d’aria fresca in parlamento e si sono subito fatti notare per le idee nuove e scardinanti, come l’idea di rinnovare la classe politica, il reddito di cittadinanza e la democrazia partecipata.

Le idee del M5S sono molto semplici in fondo. Un genitore sa che per educare il proprio bambino deve dargli il buon esempio. Non i rimproveri, non le punizioni, ma il buon esempio. Ciò vale anche nella politica. Per avere un popolo virtuoso bisogna avere rappresentanti che sappiano dare il buon esempio.

Gli esponenti del M5S si tagliano gli stipendi, rinunciano ai vitalizi, per dimostrare con un atto concreto che nel M5S non si fa politica per interesse personale. E il programma del M5S mette al centro del dibattito politico la felicità del cittadino.

Come è arrivata la sua candidatura?

Il Movimento 5 stelle ha fatto un appello pubblico, una sorta di chiamata alle armi per giovani preparati e desiderosi di contribuire a migliorare la qualità di vita degli italiani. Io ho risposto e sono stato scelto. Quale altro partito avrebbe permesso ad uno sconosciuto della politica di candidarsi semplicemente inviando un CV?

Perché ha deciso di scendere in campo?

Io sono un tipo calmo e riflessivo, a scuola sono sempre stato il classico bravo bambino, ma ho sempre amato essere circondato da bambini vivaci. I miei compagni “monelli” mi davano gli spunti per ragionare sulla natura umana e così ho imparato a capire le persone e a riconoscere quelle dall’animo buono.

Ho sempre analizzato tutti, in silenzio. Ho deciso di scendere in campo a fianco di chi fa rumore, di chi non accetta più le ingiustizie ,perché sono 33 anni che ascolto e adesso mi sento maturo per iniziare un po’ anche a parlare. Ho deciso di metterci la faccia per incoraggiare al cambiamento quanti non hanno il coraggio di cambiare. Sono stanco di sentire gli italiani lamentarsi e votare sempre le stesse persone. Sono stanco di sentirmi dire “beato tu che vivi in Canada” quando voi siete circondati dal mare, dall’arte e da tutto ciò che di più bello si possa immaginare.

Qual è il suo rapporto con il suo paese di origine e quale è stata la reazione dei suoi abitanti alla notizia della sua candidatura?

La reazione di Tortorici è stata stupenda, ho ricevuto tanti messaggi di supporto, ho sentito la stima dei miei compaesani e ciò mi infonde coraggio. Quando la tua comunità ti supporta capisci di essere sulla strada giusta. Tortorici merita di essere rappresentata in questo modo e non con le solite notizie di cronaca legate alla malavita. Se ho deciso di candidarmi è anche per il mio paese, per incitarlo ad alzare la testa e cambiare. Sono orgoglioso di rappresentare Tortorici a livello nazionale dopo decenni.

Quali sono le tematiche che più le interessano?

Da eletto all’estero dovrei rappresentare gli italiani all’estero che mi hanno eletto, quindi la mia vita si dividerebbe tra l’Italia e il Nord America. Credo che partire debba essere una scelta e non una costrizione e gli italiani devono essere liberi di scegliere dove vivere per essere felici. Da italiano all’estero posso dire che il tema che sento più mio è quello dell’emigrazione dei giovani italiani. I contribuenti italiani hanno pagato a caro prezzo la formazione di questi giovani e non è furbo lasciarli andare ad arricchire le economie di altri Paesi.

La fuga non si verifica soltanto dall’Italia verso l’estero, ma anche dal Sud verso il Nord. La questione meridionale è l’altro grande problema dell’Italia, un’Italia a due velocità non va da nessuna parte. Da ricercatore credo fermamente che ricerca e innovazione siano gli elementi trainanti di un Paese. Il sapere crea innovazione e l’innovazione crea nuove imprese e lavoro. Bisognerebbe investire maggiormente in ricerca e favorire l’innovazione nelle piccole e medie imprese in modo che possano diventare più competitive. Ciò innescherebbe un ciclo virtuoso e tutti ne trarrebbero beneficio.

Dopo questa piacevole chiacchierata, Antonino Calà Lesina ha voluto ricordare a tutti che “In Italia non potrò essere votato. Solo gli italiani residenti in Centro e Nord America potranno votarmi”.

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