San Sebastiano, il patrono dei gay? Ma non è così…

Riceviamo e pubblichiamo

Continua l’accanimento pseudo storico che riguarda San Sebastiano. Dopo il servizio fatto girare tempo fa, dopo la trasmissione  “Mistero”, la quasi morbosa  curiosità sulle presunte tendenze sessuali del Santo continua.

Da anni molti si sono chiesti perché la figura di San Sebastiano viene  associata agli omosessuali.  C’è chi sostiene sia nato tutto per via dell’immagine ignuda con la quale si usa raffigurarlo. Altri ritengono sia nato tutto da una  fantasiosa storia, circolata fin dalla fine del 200 d.C. , che riguarderebbe le avances omosex respinte dal Santo e che gli costarono la vita.  Cos’altro spinga molti a ritenerlo oggi patrono dei gay non è dato saperlo.

A Cagliari ad esempio, da alla fine degli anno 90’ (dal 1995 …) usano festeggiarlo in maniera molto pagana organizzando una festicciola e tra, loro, i gay, usa  scambiarsi addirittura gli  auguri ma molti continuano a chiedersi qual sia la vera storia di San Sebastiano.

L’associazione fra San Sebastiano e l’omosessualità è quindi relativamente recente e non ha più di un secolo. Nessuno ha trovato più di tanto. Esistono (a quanto pare), nell’agiografia di san Sebastiano, degli accenni ad un preteso rapporto fra lui e un imperatore Diocleziano (come quello che si vede nel film “Sebastiane” di Derek Jarman).

Il documento più antico che è stato sino ad oggi ritrovato è il “Martyre de Saint Sébastien” di Gabriele D’Annunzio risalente al 1910 e messo in scena l’anno successivo. Sebastiano viene raffigurato come un “favorito” dell’imperatore.  È probabilmente da questo antefatto che Jarman ha preso l’idea  per Sebastiane, che a sua volta ha fatto esplodere l’idea nell’immaginario gay.  Non è passata peraltro  inosservata nemmeno l’opera “San Sebastián y Matt Shepard yuxtapuestos” dell’artista JR Leveroni, per mezzo della quale viene paragonato  il martirio di Sebastiano con la morte di un martire gay contemporaneo, Matthew Shepard (1976-1998).

Shepard era uno studente all’Università di Wyoming quando è stato picchiato brutalmente e abbandonato al proprio destino dai due uomini che più tardi hanno affermato di essere “temporaneamente impazziti” per il loro “terrore gay”. La sua opera si basa su dipinti di stile cubista, che ritraggono martiri omosessuali che soffrono in modo tenue, con appena una traccia di sangue. Molto prima, a partire dal Rinascimento, la maggior parte delle volte Sebastiano era stato più volte dipinto come un giovane quasi nudo in un miscuglio di piacere e dolore e  omoerotismo di questi dipinti è ovvio; ma da lì ad annoverarlo quale patrono dei gay e delle lesbiche pare troppo.

Anche la letterature se ne è occupata e nel corso del XX secolo, in più occasioni è tornata a fare riferimenti alla sua omosessualità, creando un legame molto forte fra la figura del santo e la comunità gay. È per questo motivo che secondo alcuni, nonostante la Chiesa sia di parere opposto, San Sebastiano è oggi considerato, in modo azzardato, il patrono della comunità omosessuali. Non esistono quindi  utilizzi antichi della figura di San Sebastiano a fini omosessuali anzi, pare che nelle imprecazioni, nelle bestemmie e nel folclore dei sodomiti antichi, il santo sodomita era semmai san Giovanni Evangelista (non Giovanni Battista, che lo fu invece nella pittura), perché è colui che all’Ultima cena “giaceva sul petto” di Gesù

Perfino sui santini cattolici ancora oggi San Giovanni viene rappresentato come un bel ragazzineo, femmineo sino alla sdolcinata leziosità,  che  giace sul petto di Gesù raffigurato come un uomo fin troppo barbuto .

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