Catania: il bilancio della polizia amministrativa per il 2015

Nelle attività burocratiche d’ufficio, evoluzione e miglioramento sono spesso frutto d’idee e di concetti apportati da persone che entrano a far parte di un’organizzazione che vuole operare nell’ottica del miglior livello di efficienza possibile. È questo, in estrema sintesi, il concetto del Business Process Reengineering, ovvero il progetto di elevare l’efficacia di un ufficio, e, quindi, di migliorarne la resa, modificandone il processo produttivo (l’iter burocratico) senza inficiarne il procedimento (ovvero il complesso di norme di legge che regolano l’attività dell’ufficio medesimo).

Ecco, quindi, che il cambiamento al vertice della Questura di Catania, avvenuto nei primi mesi del 2015, ha prodotto una serie di “novità” in ambio organizzativo che – per certi versi – ha cambiato volto a quella parte dell’attività della Polizia di Stato a Catania che maggiormente interessa i cittadini che si approcciano agli Uffici burocratici della Questura medesima.

Il primo passo verso la razionalizzazione delle risorse è stato l’accentramento delle competenze in ambito di Polizia Amministrativa, con particolare riguardo alle licenze in materia di armi: infatti, la competenza dei Commissariati sezionali a ricevere le istanze di rilascio delle citate licenze è divenuta esclusivo dominio della Divisione di Polizia Amministrativa.

Tale accorpamento, oltre a sortire l’effetto di liberare dai carichi burocratici le risorse dei Commissariati che hanno avuto la possibilità di essere maggiormente presenti sul territorio, ha anche comportato un “accorciamento” dell’iter di rilascio (o di diniego) della richiesta licenza, atteso che la pratica viene, adesso, istruita presso il medesimo Ufficio competente al giudizio di merito. Durante lo scorso anno sono state rilasciate 903 licenze di porto d’armi, 102 sono state avviate al procedimento di rigetto o di revoca e 143 sono state effettivamente revocate (in taluni casi il provvedimento denegatorio è stato dettato dall’abuso di sostanze alcoliche da parte del richiedente, dai suoi precedenti penali o dal pericolo di abuso delle armi, motivato dall’aver commesso reati di violenza in ambito familiare); 29 sono stati i ricorsi trattati e 65 le proposte di divieto detenzione armi avanzate dal citato Ufficio.

E nell’ottica del continuo miglioramento dei servizi resi dalla Divisione di Polizia Amministrativa, il Questore Marcello Cardona ha dato vita a un altro cambiamento, volto anch’esso allo snellimento dell’iter burocratico, che ha reso più accessibile e più comodo l’interfacciarsi con la Pubblica Amministrazione.

Si parla, in particolare, del servizio “Passaporto Subito”, uno strumento che – attraverso il semplice invio di un’email – consente al cittadino di evitare il “pellegrinaggio” allo sportello presso il quale, invece, si potrà presentare una volta soltanto, per la presentazione dei documenti necessari e il contestuale ritiro del passaporto.

Tale procedura (che, ricordiamo, è riservata a tutti quei casi che non richiedano particolari autorizzazioni quali il “consenso” o il “nulla osta”) è risultata particolarmente gradita all’utenza che ne ha beneficiato. Su 9.384 passaporti rilasciati, 536 risultano richiesti tramite email, ma l’utilizzo del servizio via web si sta via via diffondendo, con l’obiettivo di limitare la preventiva presenza allo sportello passaporti solo ai casi particolari.

Un punto fondamentale dell’attività della Polizia Amministrativa attiene al settore “esercizi pubblici” per il quale, nel corso del 2015, sono state rilasciate, in totale, 498 licenze e/o autorizzazioni.

L’azione di controllo, svolta dalla Squadra Amministrativa della P.A.S. sul territorio, spazia dal controllo sulle armi e/o esplosivi (nel corso del decorso anno sono stati sequestrati ben 5.377 kg. di materiale esplosivo), al controllo degli Istituti di Vigilanza (ne sono stati controllati 54), passando per il controllo delle sale gioco (52 apparecchi sequestrati). In totale sono stati effettuati 772 controlli, 101 persone sono state denunciate a piede libero e sono state elevate sanzioni per 282.375 euro.

L’applicazione dell’art. 100 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza ha condotto alla sospensione dell’attività di 12 esercizi pubblici (tra cui cinque chioschi/bar, un centro massaggi, quattro sale gioco, un ristorante e – persino – una cartoleria) la cui frequentazione da parte di pregiudicati è stata giudicata dal Questore, in veste di Autorità di Pubblica Sicurezza, pericolosa per l’ordine e la sicurezza pubblica. Non di rado, al provvedimento amministrativo si è affiancata un’attività di verifica tesa ad acclarare eventuali cointeressenze criminali nella gestione e/o nella proprietà dell’esercizio commerciale posto ad accertamento.

Da non dimenticare, infine, l’attività di controllo presso i “trattenimenti danzanti” (21 esercizi controllati), i controlli alle paninerie ambulanti e i 406 sequestri per occupazione abusiva di suolo pubblico.

Quello appena trascorso, dunque, è stato un anno impegnativo anche per questa branca dell’attività della Questura di Catania; e il resoconto dei risultati, riassunto in poche righe, lungi da scopi trionfalistici o autocelebrativi, vuol essere un doveroso atto d’ossequio verso i cittadini, i quali sono i veri destinatari del lavoro e dell’impegno profuso dai poliziotti nel quotidiano e un punto di partenza per il raggiungimento di maggiori risultati per il 2016.

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