Niscemi (Cl): corteo cittadino e sciopero contro il Muos

Una città fantasma. Saracinesche abbassate, pochi rumori. Oggi Niscemi sembrava una città immobile. Tutti erano alla protesta contro il Muos e la militarizzazione della Sicilia. Nel centro in provincia di Caltanissetta stamattina in migliaia sono scesi in piazza per protestare contro il sistema satellitare americano e le 46 antenne già esistenti alla base di contrada Ulmo.

Il corteo è partito da Largo Spasimo per raggiungere piazza Vittorio Emanuele. E dalle 8 alle 14, sciopero generale cittadino. Tutte le attività si sono fermate. Teoricamente i lavori del Muos sarebbero fermi dal 10 aprile, quando il governo regionale ha notificato la revoca delle autorizzazioni all’ambasciata americana, ma i militari statunitensi hanno preteso che i lavori continuassero e più volte ci sono state tensioni e si sono registrati scontri con gli attivisti che hanno cercato di bloccare le strade di accesso alla base militare.

Contro il provvedimento della Regione Sicilia, il ministero della Difesa, su pressione delle forze armate e della ambasciata Usa, ha presentato un ricorso al Tar per annullarlo. Una decisione dei giudici è attesa nei prossimi giorni. Il ministero della Difesa ha inoltre chiesto alla Sicilia un risarcimento di 25 mila euro al giorno dalla data in cui i lavori per il Muos sono stati bloccati dal provvedimento regionale. Il Comune di Niscemi, a sua volta, ha chiesto al governo un risarcimento danni di altrettanti 25 mila euro al giorno a partire però dal 1991, da quando sono state posizionate le 46 antenne.

Si attendono a breve i risultati delle analisi sugli effetti delle onde elettromagnetiche realizzate dall’istituto superiore della sanità. La regione aveva revocato le autorizzazioni proprio per la mancanza di studi e risultati sugli effetti del Muos sulla salute.

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